Sgomberati dalla Polizia i locali del liceo La Farina

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Dopo due giorni di occupazione, stamane alle 7, gli agenti della Digos sono intervenuti nell’edificio di via Oratorio della Pace che ospita il liceo scientifico La Farina, per sgombrarne i locali.
All’arrivo dei poliziotti, a presidiare le aule scolastiche erano presenti 13 studenti, tra i quali anche due ex alunni dell’Istituto.

L’intervento di sgombero è stato disposto dal Questore Giuseppe Cucchiara non appena è pervenuta la richiesta in Questura da parte del Dirigente Scolastico, e dei genitori di alcuni alunni cui era stato impedito di svolgere la regolare attività didattica.

I poliziotti della Digos hanno interagito con i giovani studenti in un clima di serenità, rendendo possibile lo sgombero dell’Istituto, e la relativa consegna dei locali al Dirigente Scolastico, senza problematiche per l’ordine pubblico.
I giovani occupanti alle 8 hanno lasciato i locali di via Oratorio della Pace. 7 i minori presenti, che sono stati affidati ai genitori.
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  1. Ho una figlia al liceo La Farina che ha firmato liberamente a favore dell’occupazione, come tanti altri suoi compagni di scuola, che pensano come lei, che l’occupazione sia una occasione democratica per protestare contro il sistema scolastico e per discutere e confrontarsi. Come hanno fatto nell’incontro con un cittadino di religione Musulmana, per parlare di tolleranza e di pace, dopo le stragi di Parigi. Credo che si debba sempre dare ai ragazzi l’opportunità di crescere e dimostrare di essere maturi e responsabili. Ragazzi perbene che non danneggiano la “propria” scuola, come da qualcuno affermato, perché credono che la scuola sia il loro posto, dove crescere e formarsi organizzando assemblee e dibattiti aperti a tutti e corsi autogestiti di fotografia, scrittura creativa, giornalismo, arte ecc. Una opportunità che purtroppo noi adulti, ed ahimè i loro insegnanti, finiamo sempre per deludere e sprecare. Sono orgogliosa di questi ragazzi che per loro fortuna non hanno padri-padroni e sanno di essere liberi anche di sbagliare e sopratutto sanno che democrazia non è una parola astratta. Alessandra Trifiletti

    1. E’ vero un vecchio detto popolare che le calza benissimo e recita: U PISCI FETE DA TESTA.

    2. Lei indica tutta una serie di lodevoli attività che i ragazzi potrebbero praticare nel pomeriggio, volendo anche negli stessi locali scolastici, invece che durante le ore di lezione.
      Sono pronto a scommettere che se si proponesse ai ragazzi di svolgere attività del genere di pomeriggio il bacino di adesioni sarebbe pressoché nullo.
      Non capisco quale sia il sopruso nel far capire a dei ragazzi che esistono delle regole e che, piaccia o no, devono essere rispettate.
      Non si può giustificare sempre tutto, non capiranno mai altrimenti la funzione di una regola se si trova sempre un valido motivo per aggirarla. E lo si trova sempre per tutto, non va bene.
      Quale disagio vogliono comunicare i ragazzi occupando una scuola? Quale colpa attribuiscono alla loro scuola che sia risolvibile paralizzandola ulteriormente per giorni?
      Il motivo reale per cui si occupa è la voglia di non andarci, a scuola, e lo sappiamo benissimo.
      Tutto il resto non sono altro che elucubrazioni para-democratiche di cui, sinceramente, ai ragazzi non frega per niente. E sono pronto a scommetterci facendo una conta di chi proseguirà realmente la propria “battaglia” democratica anche al di fuori dell’orario di lezione.

  2. … oh che dimostrazione di forza nel bloccare il sopruso. O no?

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