La scuola Giacomo Leopardi di Minissale, ventilata sede di seggi per il voto referendario, a quanto pare presenta criticità strutturali e allora che si fa? Il Comune decide di spostare i seggi elettorali in altro luogo, ma, stranamente, lascia che gli alunni continuino a frequentare la struttura, almeno fino a gennaio, quando inizieranno i lavori di adeguamento antisismico programmati.
Il paradosso è evidente e non lascia dormire sonni tranquilli ai genitori dei 440 alunni, che stamattina hanno inscenato una protesta a Palazzo Zanca.
“Abbiamo appreso dei possibili rischi a cui andrebbero incontro i nostri ragazzi solo dalla stampa e dalle interrogazioni di qualche consigliere comunale e di circoscrizione, nessuno ci ha informati – dicono i genitori – come facciamo ad essere sicuri che in questo periodo, in cui i nostri figli vanno regolarmente a scuola, non corrano pericoli? I lavori inizieranno a gennaio, ma intanto i ragazzi continuano a frequentare la struttura. Chiediamo che ci venga data una documentazione che attesti effettivamente che non ci siano rischi da oggi fino all’inizio degli interventi”.
I genitori stamattina hanno ottenuto un primo incontro con il dirigente del Dipartimento Pubblica Istruzione, Salvatore De Francesco, che avrebbe smentito che lo spostamento dei seggi elettorali sarebbe legato a problemi di sicurezza, ma le famiglie vogliono vederci chiaro: ” Un altro dirigente comunale, Francesco Ajello – spiegano le famiglie degli alunni- qualche settimana fa invece ci aveva detto che i rischi c’erano e per questa ragione erano stati spostati i seggi. A questo punto vogliamo andare a fondo alla questione e se non avremo delle risposte convincenti e chiare, da domani non manderemo i nostri figli a scuola”.
Tra l’altro una delle due strutture che compongono l’Istituto comprensivo “Giacomo Leopardi”, quella che ospita la scuola media, secondo i genitori in protesta, non avrebbe alcun problema visibile: ” La struttura è perfetta – dicono – è dotata persino di pannelli solari e telecamere a fibra ottica, e attualmente alcuni operai stanno dipingendo i cancelli. La chiusura, per lo meno di questo plesso – aggiungono – è inspiegabile”.
Ma non è tutto. Il Comune, secondo i manifestanti della Leopardi, e in base alla recente interrogazione del consigliere della II circoscrizione, Rosario Santoro, non ha ancora trovato una sistemazione alternativa per gli alunni, che, come da comunicazioni ufficiali, non potranno più frequentare la scuola oggetto di lavori di adeguamento, a partire dal 7 gennaio.
Poche idee e confuse, insomma. Tanti, troppi interrogativi lasciati senza risposta e intere famiglie nel limbo. Intanto, probabilmente, da domani i bambini rimarranno a casa senza sapere nemmeno perchè, inconsapevoli di quanto le decisioni degli adulti pesino sul loro futuro.
Andrea Castorina e Marika Micalizzi
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