«Sì finanziamenti statali. No contributi scolastici». Questo lo slogan con il quale il collettivo messinese “La Riscossa” invita gli studenti ad aderire alla campagna nazionale “Il contributo non lo pago”; una campagna che vuole chiarire cosa sia esattamente il contributo scolastico e perché se ne chiede l’abolizione. Il messaggio è chiaro: «Per noi i finanziamenti devono arrivare dal ministero, non dalle famiglie: per tale motivo inviteremo tutti quanti ad astenersi dal pagamento dei contributi scolastici».
«Negli ultimi anni, in particolare a partire dalla Riforma Berlinguer degli anni Novanta — scrive il Comitato —, l’istruzione pubblica ha subito una serie di attacchi e depotenziamenti: attacchi che vanno dal taglio dei finanziamenti statali alle scuole, fino alla possibilità di reperire fondi dai privati. Una delle più grosse conseguenze di questa politica è stato “lo scarico dei tagli” sulle famiglie; infatti, la ormai totalità delle amministrazioni scolastiche all’atto dell’iscrizione chiede, in aggiunta alle tasse ministeriali, dei contributi per autofinanziarsi. Questi contributi risultano direttamente proporzionali ai tagli ministeriali: meno soldi arrivano alle scuole, più il contributo richiesto aumenta. In media l’importo del contributo scolastico si aggira sui 200 euro annui, ma in molte scuole è parecchio più alto. Tali contributi in teoria e per legge sono facoltativi ma nella pratica sono ormai diventati obbligatori in buona parte delle scuole italiane».
«A nulla sono valsi i richiami del Ministero dell’Istruzione ai Presidi tramite circolari che ricordano la non obbligatorietà dei contributi; tra l’altro — prosegue la nota — ci interroghiamo se il Ministero non abbia compreso che è lui il diretto responsabile di questa situazione: i tagli partono dal ministero, non dalle scuole. Così il contributo in moltissime scuole viene spacciato per obbligatorio; in altre, chi non paga viene discriminato o subisce pressioni; in altre ancora ai non paganti non viene permessa l’iscrizione alla scuola. Con questo contributo scolastico, di fatto, si sta avviando il processo per rendere a pagamento l’istruzione pubblica; il contributo prende più le sembianze di tassazioni obbligatoria, tassazione che è di fatto una barriera al diritto allo studio. L’ultimo grande passo per la scuola d’elite si sta concretizzando lentamente sotto i nostri occhi: chi potrà pagare studierà, gli altri saranno esclusi».
La campagna si realizzerà interamente in rete: «La nostra sarà un’operazione di boicottaggio del contributo, boicottaggio che passerà dal web tramite il nostro sito nazionale (www.sempreinlotta.org), dalla pagina facebook della campagna (www.facebook.com/pages/Il-contributo-non-lo-pago) e da un questionario online (https://docs.google.com/forms) che useremo per una mappatura nazionale sulla “questione contributo”. I nostri collettivi e coordinamenti di studenti verranno impegnati in volantinaggi davanti le scuole, assemblee pubbliche e d’istituto. Un ruolo lo avranno anche gli organi di rappresentanza studentesca, i quali saranno chiamati a votare mozioni e ordini del giorno contro lo smantellamento dell’istruzione. Davanti alla trasformazione della scuola pubblica gratuita in scuola a pagamento, noi studenti di “Sempre in Lotta” non staremo a guardare!».
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