Andu, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, Conpass, Flc Cgil, Rete29Aprile esprimono preoccupazione per il futuro dell’Università di Messina, in merito alla decisione, che definiscono grave, del Rettore e del Consiglio di Amministrazione di nominare gli Organi della Fondazione universitaria. E insistono affinché la questione della Fondazione sia al centro della prossima campagna elettorale per l’elezione del nuovo Rettore. «Decisione grave — dichiarano — perché riguarda la futura Università; scorretta, perché assunta da un organo che rappresenta la “vecchia” Università, la cui scadenza naturale risale a due anni addietro, che agisce in regime di prorogatio e che è ormai prossimo ad essere sostituito da un Consiglio radicalmente e strutturalmente modificato nei suoi stessi criteri di rappresentanza». Alla luce di ciò, i comitati chiedono che il nuovo Senato Accademico proponga la revoca dei provvedimenti assunti (dall’approvazione dello statuto alle nomine del CdA) e l’apertura nell’Università di un reale e aperto confronto sulla Fondazione. E proseguono: «I rilievi critici mossi in Conferenza d’Ateneo non hanno trovato risposta, né smentita, né accoglimento. Si è costruito nel più assoluto silenzio uno statuto che non è coerente con le leggi cui pretende di ispirarsi e che dà luogo a qualcosa di inesistente nel resto d’Italia: una Fondazione che anziché conferire risorse all’Università, se ne appropria e che, anziché “facilitare” l’Università nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali (dalla ricerca, alla formazione, ai rapporti con il territorio), si sostituisce ad essa». «Il CdA ha designato l’attuale Rettore che continuerebbe, così, a mandato scaduto ed eludendo i limiti imposti dalla riforma, a tirare le fila dell’Università, potendo anche scegliere di cosa la Fondazione si deve occupare e cosa invece lasciare in carico al suo “impoverito” successore. Peraltro: su quali basi l’Università nomina il Presidente della Fondazione? Per l’elezione del Rettore è previsto il deposito delle candidature entro una data fissata, ed è norma che i candidati (oltre al proprio “curriculum”, generalmente conosciuto dai colleghi) presentino un programma, sulla cui base l’Università sceglierà a chi affidare la responsabilità del suo governo. E per la Fondazione? C’erano più candidature, o il CdA ha votato un’unica proposta? Avanzata da chi? Si trattasse di una investitura proposta direttamente o indirettamente dal Rettore (che, comunque, aveva fissato l’odg della seduta), è di tutta evidenza il conflitto di interessi che vizia la decisione assunta». E concludono: «In tempi di “liste pulite” e di “esperti” chiamati addirittura a vagliare la qualità delle candidature alla Camera ed al Senato, una riflessione meriterebbe il fatto che sul capo del neo-nominato Presidente pesano procedimenti penali e richieste di condanna da parte della Magistratura».
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