Le voci di corridoio provenienti da Palermo parlano di una stabilizzazione progressiva a partire dal 2018, ma di promesse i precari degli enti pubblici ne hanno sentito anche troppe. Anche Messina aderisce alla manifestazione regionale organizzata dai sindacati di base USB, CUB, ALBA e Silpol, con il concentramento che è iniziato a piazza Antonello mentre poi il corteo si è sviluppato per le vie del centro cittadino.
Molti manifestanti si sono messi in macchina per poter raggiungere la nostra città, molti dei manifestanti provenivano da Catania, Siracusa, Regalbuto o più semplicemente dalla provincia, tutti con la volontà di protestare contro una Regione e uno Stato capaci solo di garantire una vita di precariato. Le sigle sindacali dicono un deciso no alle stabilizzazioni intese come nuove assunzioni, puntando alla trasformazione dei contratti a tempo indeterminato esattamente come stabilito dalle sentenze del Tar e del Cga, in ottemperanza alla direttiva UE.
A preoccupare è anche il futuro immediato, con il responsabile dell’USB Giovanni Savoca che è tornato a chiedere con forza la proroga dei contratti: “Per noi questa strada è ancora percorribile, serve solo la volontà politica – ha dichiarato – non ci stiamo al gioco che stanno portando avanti Renzi e Crocetta, per noi la società di somministrazione lavoro, cioè la Resais Spa, è un modo per mettere sotto terra tutti i diritti maturati in vent’anni di precariato. Tutti i contratti che ha in mente il Governo sono di natura privatistica quindi soggeti al Jobs Act”.
La spaccatura con i sindacati confederali però c’è, ed ha inciso sul numero dei manifestanti presenti in piazza, ma Savoca vede il bicchiere mezzo pieno: “Purtroppo le altre sigle sindacali hanno smorzato i toni di questa protesta e molti lavoratori non hanno ritenuto opportuno unirsi a noi in piazza. Ma va bene lo stesso, oggi stiamo unendo sotto un’unica bandiera tutti i precari degli enti pubblici siciliani e siamo comunque soddisfatti dell’obiettivo raggiunto”.
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