Il futuro di Messinambiente appare sempre più incerto, ma ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco è il rapporto non proprio idilliaco tra i sindacati e il consiglio comunale. Nella giornata di mercoledì, le parti sociali hanno fatto irruzione nell’aula del civico consesso, per spronare i consiglieri affinchè si accelerasse l’iter politico che deve portare alla nascita della Messinaservizi Bene Comune, soprattutto alla luce dell’udienza fallimentare di Messinambiente prevista per il prossimo 8 febbraio.
Capigruppo e rappresentanti sindacali, si erano dati appuntamento per stabilire il cronoprogramma che doveva avere come ultimo passaggio il voto dell’aula alla delibera di costituzione della nuova azienda. Ma come denunciano i sindacati, qualcosa deve essere andato storto: “Ancora una volta Palazzo Zanca si trasforma da casa dei cittadini, si trasforma in un teatrino. E ciò a causa degli “inaccettabili comportamenti messi in atto da chi ha avuto il compito di indossare le vesti del provocatore di turno, – affermano la segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè , la Segreteria della Fit Cisl, Lillo D’amico, e il Segretario Generale della Uil Trasporti, Silvio Lasagni- mostrando di non comprendere l’importanza del ruolo che ricoprono, scaricano sul sindacato le responsabilità che invece sono in capo solo ed esclusivamente da chi amministra la città e da loro stessi che dovrebbero esercitare il ruolo di indirizzo e di controllo . Piuttosto che ringraziare il Sindacato per il delicato compito svolto in questi tre anni – continuano Crocè, Lasagni e D’amico – continuano con inutili provocazioni e strumentalizzazioni Una tattica,che ormai il Consiglio Comunale frequentemente usa emulando i talk show più scadenti, il provocatore di turno, spara provocazioni al solo scopo di scatenare la lite per poi dichiarare di essere stato aggredito, far la parte della vittima e dare la colpa all’altro. Qualcuno ha perfino dimenticato che i Sindacati hanno pure fatto finta di dimenticare che i Sindacati hanno ricevuto una richiesta di partecipazione alla conferenza dei capigruppo”.
Crocè, Lasagni e D’Amico difendono le proteste legittime dei lavoratori: “A questo giochetto pericoloso non ci presteremo più -continuano I sindacalisti- non hanno ancora compreso che i lavoratori, stanchi ed esasperati dall’inerzia della politica che mostra di non comprendere l’esasperazione della gente. I Sindacati e i lavoratori preoccupati dalla notizia della prossima udienza fissata dal giudice fallimentare per il prossimo otto ottobre e consapevoli del grave ritardo accumulato dalla Giunta Accorinti per la presentazione della proposta in Consiglio Comunale hanno chiesto uno sforzo straordinario a tutti gli attori in campo (Giunta e Consiglio ) per addivenire ad una soluzione che possa salvare IL servizio e i lavoratori. Ne’ il Sindacato e né i lavoratori hanno mai pensato di vincolare il libero esercizio dell’espletamento dell’esercizio del mandato, con piena libertà di opinione e di voto. Le provocazioni lanciate dai politici non hanno alcun fondamento se non quello, appunto, di provocare, confondere le acque e perdere tempo per non decidere. Se le legittime proteste dei lavoratori vengono considerate pressioni, allora significa davvero che ci troviamo in uno dei periodi più bui e neri della democrazia. E se coloro che dovrebbero rappresentarci non sono all’altezza di tale compito, è bene che si facciano da parte, perché non sono i cittadini a dover pagare il prezzo di tale incompetenza”.
(130)