Secondo i sindacati, Messina Servizi Bene Comune starebbe operando da ottobre senza le necessarie autorizzazioni per spazzamento e scerbatura. A denunciarlo sono Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, che chiedono l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro per capire se la ditta stia rispettando o meno le regole.
«Dal 5 ottobre – spiegano i sindacati – la società MessinaServizi Bene Comune ha avviato ufficialmente le attività impiegando i suoi primi dipendenti nei servizi che già svolgevano con Ato3. Gli ex lavoratori Ato3, transitati nella Messina Servizi Bene Comune, sono stati impegnati nei “servizi di pulizia e manutenzione ville e aree a verde”. Servizi affidati direttamente dal Comune e per i quali Palazzo Zanca ha già pagato le prime fatture mensili: dal 5 al 31 ottobre la MessinaServizi Bene Comune ha avuto un costo di 200.552 euro per funzionamento della struttura, contributi e servizi gestiti».
Il dubbio delle organizzazioni sindacali riguarda proprio i servizi di spazzamento e scerbatura in ambito stradale, per i quali è necessaria una specifica autorizzazione. Il personale che svolge tale attività, ricordano i segretari Lillo D’Amico (Fit Cisl), Giacomo Marzullo (Uiltrasporti) e Pietro Fotia (Fiadel), deve essere fornito dei necessari DPI (Dispositivi di protezione individuale), deve essere stato edotto sui rischi attraverso idoneo corso di formazione e sottoposto a visita preventiva dal medico competente.
Secondo quanto risulta ai sindacati, invece, la società MessinaServizi Bene Comune sembrerebbe non essere in possesso delle autorizzazioni necessarie. «Da verifica all’albo gestori ambientali – dichiarano – MessinaServizi non risulta, a tutt’oggi, ancora iscritta, ma sta ugualmente utilizzando personale per la pulizia della passeggiata a mare e di altri spazi verdi che, per definizione giuridica e autorizzativa, rientrano nella fattispecie spazzamento». Un discorso analogo, secondo quanto riportato dalle sigle sindacali, vale anche per la scerbatura di strade e marciapiedi, attività che rientra nell’ambito dei rifiuti urbani e prevede una successiva raccolta.
Partendo da queste considerazioni, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel interpellano l’Ispettorato del Lavoro, la Procura della Repubblica, la Città Metropolitana e l’Inail chiedendo: «un urgente intervento ispettivo, non solo per la verifica delle autorizzazioni, ma in special modo per controllare che siano stati messi in atto tutti gli interventi necessari e obbligatori per garantire la sicurezza dei lavoratori, anche ai fini assicurativi».
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