“Ti racconto un tesoro”, si chiama così l’iniziativa lanciata da Le Vie dei Tesori – Festival dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale, monumentale e artistico delle città – per rimanere uniti e conoscere i tesori dell’Isola.
Di questi tempi, quando tutto è chiuso e la reclusione sembra non avere fine, abbiamo ancora la possibilità di dedicare del tempo alle ricchezze del nostro territorio. Per farlo, Le Vie dei Tesori ha chiamato a raccolta artisti, storici e scrittori per raccontarci un tesoro.
Grazie alle storie, infatti, possiamo ancora viaggiare – anche solo con la fantasia – per riscoprire i luoghi della bellezza nascosti in Sicilia. Un modo “alternativo”, quello lanciato da Le Vie dei Tesori, per valorizzare palazzi, ville, chiese e giardini, che al momento rimangono chiusi.
Ti racconto un tesoro
Ci sono molti modi per raccontare una storia e suscitare la curiosità nei confronti di luoghi che non abbiamo ancora avuto l’opportunità di visitare. Ci sono le poesie in musica di Rosa Balistreri, le piante tipiche del Mediterraneo ma anche personaggi del ‘500 che durante la peste, che colpì Palermo, riuscirono a contenere i contagi.
Tutto questo è “Ti racconto un tesoro”, iniziativa promossa da Le Vie dei Tesori. I “narratori” hanno la possibilità di raccontare la storia di un tesoro e condividerlo con gli altri reclusi sparsi in giro per l’Italia.
Dal Castello della Zisa
Grazie a “Ti racconto un tesoro” possiamo andare al Castello della Zisa a Palermo.
Luogo – per eccellenza – dove i potenti e illuminati re normanni si rifugiavano dalla calura estiva. Voluto da Guglielmo I e poi completato da Guglielmo II, ricadeva all’interno del parco reale, il “Genoardo”, che si estendeva a perdita d’occhio.
Il giardino era un’oasi con alberi, piante, fiori, frutti, fontane zampillanti e animali esotici. La Zisa, come suggerisce l’etimologia araba, era proprio “la splendida”. Ancora oggi esercita un grande fascino. Dentro, occhio alle nicchie, alle semicupole con decorazioni “ad alveare” e alla canaletta sul pavimento dove un tempo scorreva l’acqua refrigerante. Tutto da visitare, ascoltando anche le accattivanti leggende. Fuori, purtroppo, non c’è più il Genoardo.
Al Museo Archeologico Lilibeo di Marsala
Fino ad arrivare al tesoro del Museo Archeologico Libileo di Marsala.
L’ex stabilimento vinicolo accoglie i resti delle le navi che solcarono le acque davanti l’antica Lilibeo: è un vero colpo d’occhio lo straordinario museo di Baglio Anselmi che è la sede del Museo archeologico regionale e parte del Parco archeologico di Lilibeo. Custodisce all’interno due importanti relitti: il relitto della monumentale nave punica, naufragata nel III secolo avanti Cristo, nello specchio di mare, poi teatro della “Battaglia delle Egadi” e dell’imponente relitto della nave tardo-romana di Marausa, nave larga otto metri e lunga sedici che probabilmente si arenò, forse a causa di una manovra sbagliata sui bassi fondali del fiume Birgi, allora navigabile.
Per tutti gli altri tesori, visita la pagina facebook de Le Vie dei Tesori.
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