Chi non conosce la più celebre storia d’amore di tutti i tempi? Quella di due giovani innamorati osteggiati dalle famiglie? Romeo e Giulietta di William Shakespeare sarà oggetto del lavoro di riscrittura scenica del laboratorio teatrale proposto da Daf-Teatro dell’Esatta Fantasia. Realtà attiva da diverso tempo che ha suscitato grande interesse con questo nuovo progetto: oltre 40 richieste di iscrizione, con grande soddisfazione di organizzatori e insegnanti. E ieri pomeriggio, alle 19.00, prima tappa del laboratorio per attori, al Vittorio Emanuele si sono incontrati gli habitué e le “nuove leve” per cominciare insieme, con grande entusiasmo, sotto la direzione di Annibale Pavone (formatosi alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman a Firenze) e Angelo Campolo (diplomato alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano) un nuovo percorso creativo. Perché il laboratorio teatrale è un esercizio libero che mette in campo la creatività dei partecipanti dalla quale prende le mosse il processo di ri-costruzione della vicenda. E non solo: oggetto di interesse, in modo particolare, sarà la città — il luogo in cui l’azione del dramma prende forma — e la sua configurazione scenica. Dalla ricostruzione del luogo, dal punto di vista attoriale, scenico e drammaturgico, si cercherà poi di risalire alla fonte della discordia, entrando nell’emotività stessa del racconto. «Un laboratorio — spiegano Campolo e Pavone ai presenti — richiede sempre che all’inizio si pongano delle domande». Uno spazio aperto, dunque, che si va configurando passo dopo passo, non in senso rigido e preconfezionato. Attraverso l’indagine, la riflessione, la consapevolezza spaziale e l’osservazione da e dei diversi punti di vista il gruppo si avvia verso un processo di ri-costruzione consapevole; un ruolo importante gioca l’osservazione della realtà odierna da cui vengono tratti ampi spunti di riflessione. Per cominciare a creare il feeling necessario alla coesione e condivisione nel gruppo, Campolo e Pavone hanno proposto ai partecipanti una serie di tecniche di rilassamento, visualizzazione, controllo del respiro. Per proseguire poi con un “allenamento” finalizzato a percepire lo spazio e l’altro, che quello stesso spazio occupa. Presente all’incontro anche Francesca Cannavò, scenografa e direttrice tecnica del Vittorio Emanuele, che il 29 Maggio, alle 18.00, presenterà il programma del laboratorio di Scenografia. Il 31 Maggio, invece, sempre alle 18.00, sarà la volta di Tino Caspanello (autore, regista e attore) e del programma di Drammaturgia. Entrambi partiranno a Settembre. Il percorso, infine, si chiuderà a Dicembre con lo spettacolo finale di Romeo e Giulietta preparato dai tre gruppi di lavoro. Un ottimo antidoto, dunque, alla profonda crisi che il teatro sta attraversando nella nostra città. Un grande interesse a partecipare che fa ben sperare nella ripresa di un’attività, quella teatrale, che è uno dei cardini fondamentali di trasmissione della cultura. Solo qualche giorno fa i sindacati avevano vagliato delle proposte per il rilancio del Vittorio Emanuele, tra queste anche la progettazione di attività di laboratorio che prevedano risorse e collaborazioni con scuole, Enti e Associazioni, da realizzarsi nei locali dell’Ente Teatro. A combattere la disaffezione — la crisi contribuisce con la sua buona dose di colpe — ci sta già pensando Daf-Teatro dell’Esatta fantasia. La compagnia, presieduta da Giuseppe Ministeri, è reduce dai tre anni di direzione del laboratorio teatrale “Il gioco più serio”. Tre anni nei quali, utilizzando come pretesto l’opera di Shakespeare, sono state coinvolte più di cinquanta persone oltre ad attori professionisti e maestri della scena come Michele Abbondanza, coreografo e docente del Piccolo Teatro di Milano, Franco Scaldati, poeta e drammaturgo, e Vetrano e Randisi, pluripremiati registi della scena italiana. Un confronto aperto e costruttivo con la fantasia e l’emozione dell’esperienza teatrale che ha portato alla messa in scena di due spettacoli: Orchestra Shakespeare nel 2011 e Tempesta nel 2012.
Giusy Gerace
(78)