Nuovo Museo Regionale. Messinesi, eccovelo

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Il 9 dicembre 2016 resterà incastonato per molto tempo nella storia recente della nostra città, perché con l’inaugurazione del Nuovo Museo regionale i messinesi hanno potuto dare sfogo a tutta la loro sete di cultura e alla loro fame di bellezza.

Dalle 18 a rubare la scena sono state le autorità regionali e cittadine, a partire dal  Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, dall’assessore regionale alla Cultura, Carlo Vermiglio; e poi il    sindaco di Messina, Renato Accorinti, l’assessore comunale alla Cultura, Daniela Ursino, il presidente del consiglio comunale, Emilia Barrile; ed ancora i deputati regionali Giuseppe Picciolo, Nino Germanà e Filippo Panarello; quello nazionale Vincenzo Garofalo. Tutti accolti dalla direttrice, Caterina Di Giacomo, cui rimane l’orgoglio di essersi intestata la riapertura di una struttura rimasta chiusa per 31 anni.

Dopo il “battesimo”, dalle 20, i cancelli del Museo Regionale di Messina si sono spalancati  per i cittadini, che hanno così potuto ‘abbracciare’ secoli e secoli di  arte e storia.

Sia dall’ingresso laterale che da quello principale, i visitatori sono arrivati carichi di curiosità, ma soprattutto di aspettative, perchè questo Museo potrà essere un volano importante per una città che deve risollevarsi.

Una città in cui un terremoto, nel 1908, non ha seppellito soltanto vite , case, palazzi, ma anche l’ingente patrimonio artistico di un museo, al tempo racchiuso nello splendido ex monastero di San Gregorio. Di quel patrimonio, il sisma lasciò solo i resti, che furono trasferiti nell’ex filanda della seta Mellinghoff, dove è attualmente collocato.

IL TOUR DEL MUSEO

Intere famiglie , bambini compresi, gruppi di ragazzi hanno affollato l’ala nord, l’unica che ha visto la luce quest’oggi, ma nelle previsioni l’apertura totale avverrà nella primavera 2017.

Al suo interno è possibile accedere ai padiglioni dell’archeologia e dell’arte di età moderna, dove si trovano i due Caravaggio. Nel primo padiglione è possibile trovare il rostro, e oggetti risalenti all’età greco-romana.

Lo stesso scenario si presenta al padiglione seguente, è lì che sono esposti  i due Caravaggio (La resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori). Unico appunto rilevato dai visitatori: l’illuminazione,  ritenuta insufficiente per due opere di così grande portata.

Il resto del padiglione presenta tutte pitture a sfondo religioso, che raffigurano la nascita o la morte di Gesù Cristo, L’’Ultima Cena, La Resurrezione, L’Ascensione della Madonna. A fare da contorno il brusio dei visitatori, un brusio che racchiude tutta la voglia di cultura di una città che ha voglia di emergere.

Antonio Macauda

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