Nunzio Bonina, architetto/illustratore a volume zero in mostra a Messina

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Nunzio Bonina sarà protagonista, dal 21 dicembre – a Le Retrò Studio, a Messina – insieme a Davide Basile, di “DiStanze del Desiderio”. Dai temi geometrici alle figure femminili, Nunzio ci racconta come intreccia l’architettura all’illustrazione. «Dell’illustrazione mi piace disegnare qualcosa che prima non c’era. Dell’architettura ho proprio il culto della casa e dell’abitare».

Da Valle Giulia al Museo Egizio di Torino

Nunzio Bonina ha 33 anni, è messinese e ha studiato fuori dall’Isola. «Sono partito durante l’ultimo anno di liceo per prendere qualche informazione sulla Facoltà, mi sono ritrovato davanti alla famosa Valle Giulia e al murales di Guttuso ed è stato come vivere un sogno. Ho vissuto per dieci anni a Roma. Ho fatto le prime esperienze in diversi studi e poi ho deciso di cambiare aria e trasferirmi a Torino. Lì mi sono specializzato in beni architettonici e paesaggio. Mi considero un architetto a volume zero. Per me non si dovrebbe costruire più nulla, ritengo che non ci sia bisogno di un metro cubo in più. Le vie da percorrere sono la riqualificazione e il restauro».

Durante il periodo torinese, Nunzio lotta per uno stage al Museo Egizio. «Nella nostra formazione ci dedichiamo moltissimo alla storia greco-romana, esplorando poco tutto il resto. Quando ho proposto al Politecnico lo stage al Museo Egizio erano abbastanza perplessi però non potevano dire no a una delle Istituzioni più grosse in Italia. Lì mi sono occupato di allestimento e di collezioni».  Ci viene da pensare che i profili delle donne di Nunzio sembrano provenire dall’Egitto. «In effetti il profilo richiama un po’ quel mondo ma non ci avevo mai fatto caso». Interessante come un creativo riesca a trasmettere esperienze passate senza accorgersene e riportarle su un foglio.

Da Torino alle Mura di Messina

Nunzio da un anno è tornato a vivere a Messina. «Torino è davvero una bomba, se non fosse per lo smog sarebbe una città perfetta però volevo tornare a Messina. Dopo 12 anni fuori, volevo tornare a casa. Forse è un po’ un trend al contrario della mia generazione. Mentre i nostri genitori se potevano scappavano, noi siamo i primi che forse sentiamo la voglia di stare qui, probabilmente perché ci accorgiamo delle potenzialità della città». Nunzio doveva colmare una sorta di distanza sentimentale con Messina, la sua casa.

«Quando sono tornato qui, ho dovuto ricominciare da zero. Ma sono riuscito a collocarmi e a trovare il mio spazio. Dal punto di vista professionale è tutto nuovo ma anche la città è cambiata. Cosa che avevo percepito dai racconti e dai brevi ritorni a casa. Insomma, ancora non mi sono pentito di essere tornato. Anzi. Da architetto, penso che ci siano infinite opportunità di sviluppo sia dal punto di vista del recupero storico sia di sviluppo di infrastutture. Però – ma questo è un problema del Mezzogiorno, in generale – magari queste opportunità vengono notate ma non portate avanti. Per esempio, studiando il tracciato delle Mura di Carlo V – che partivano dal bastione Don Blasco, passavano sotto Cristo Re e arrivavano in quella che oggi è via Fossata – ti rendi conto che intorno ai brandelli che rimangono, ci sono ancora tutte parti di un tessuto storico che dovrebbe essere rigenerato. Seguendo questo tracciato si potrebbe recuperare una certa identità. Certo, Messina è una città “nuova” rispetto a Palermo e Catania, però si potrebbero elaborare delle proposte».

Dai temi geometrici alle figure femminili

È estremamente naturale il modo in cui Nunzio fa incontrare il mondo dell’architettura con quello dell’illustrazione.  «Dell’illustrazione mi piace disegnare qualcosa che prima non c’era. Dell’architettura ho proprio il culto della casa e dell’abitare». Concetti ben espressi nelle opere di Nunzio.  Figure femminili che vivono la loro intimità in totale armonia con lo spazio che le circonda. Donne senza volto che si muovono nude e godono dell’atmosfera rilassante di un ambiente domestico, della casa. «Sono nude perché le ho sempre immaginate in una situazione di relax estremo. Immagino sere d’estate a leggere un libro, a bere del vino. Non hanno un volto forse perché mi sono concentrato sempre sui dettagli: il vasetto di fiori, il libro, la penna. Da architetto mi è venuto più spontaneo dedicarmi all’habitat senza caratterizzare le figure. Dai primi anni dell’università – perché ho avuto la fortuna di imparare la professione con la matita in mano – ho iniziato a disegnare. Perlopiù temi geometrici. Disegnavo su qualsiasi tipo di superficie, dal legno al plexiglass. I primissimi disegni erano un intreccio. C’erano delle figure che camminavano su paesaggi geometrici, completamente stilizzati. Poi ho iniziato a collocare queste figure all’interno di un ambiente. Questa cosa del disegno l’ho sempre portata avanti in mezzo allo studio e al lavoro – a Roma facevo anche il barman – nel mio tempo libero».

La passione, come spesso accade però, sta diventando un progetto concreto. Come una casa da arredare, una parete da dipingere o  una pila di libri da sistemare sugli scaffali. «Provavo imbarazzo, e mi capita anche adesso, di mostrare i miei disegni, però la mia fidanzata e i miei amici mi hanno fatto scattare la molla. Diciamo che è successo e basta».

[Di] Stanze del Desiderio

Il prossimo 21 dicembre, a Le Retrò Studio, le illustrazioni di Nunzio saranno in mostra per “DiStanze del Desiderio”. Esposizione a due. Insieme ai disegni di Nunzio, infatti, anche le opere di Davide Basile. «Con Davide ci siamo conosciuti durante una collettiva di Be Art e quando Claudia e Rosa lo hanno chiamato, lui ha pensato a me. Il nostro lavoro è simile perché proveniamo dalla stessa formazione e trattiamo entrambi i temi dell’abitare ma lui lavora in digitale con un uso differente del colore mentre io lavoro in “analogico”, con dei disegni a mano. L’essere simile a Davide mi stimola. Anzi stiamo pensando di realizzare delle opere a quattro mani dopo l’esperienza della locandina realizzata in occasione della mostra. Per il prossimo futuro non ho ancora dei progetti, però mi piacerebbe lavorare con qualcuno che fa ceramiche, che è la prossima cosa che vorrei imparare. La mia casa ideale? Vista mare e tanto spazio per accogliere amici, libri e quadri».

 

 

 

 

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