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Massimo Troisi rivive a Salina attraverso l’installazione di Salonia e un docufilm

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L’evento culturale che ha fatto conoscere la frazione di Pollara e quindi Salina in tutto il mondo è stato il film “Il postino”, ultima pellicola girata da Massimo Troisi al quale l’attore era particolarmente legato.  Massimo Troisi sta a Salina come Roberto Rossellini a Stromboli. Nel 1994 Troisi interpreta il capolavoro che si aggiudica cinque ‘nomination’ agli Oscar di quell’anno (vincendone solo uno, per le struggenti musiche di Luis Bacalov). Dopo Rossellini, la Bergman, la Magnani, i fratelli Taviani, Antonioni e Nanni Moretti, l’arcipelago eoliano torna così protagonista sul grande schermo. Si tratta dell’ultima interpretazione di Troisi, scomparso solo 12 ore dopo la fine delle riprese. A 20 anni dalla morte di Troisi e da quando fu girata la pellicola, il comune i Malfa ha organizzato insieme all’Anfe una serie di eventi per celebrare il film e Troisi. Due dei più rilevanti sono stati ideati dalla Fondazione Salonia che ha ritenuto indispensabile ricordare la grandezza e la bravura di Troisi e uno dei film più amati del cinema attraverso la realizzazione di un film e di un’installazione artistica. Madrina di questi due momenti culturali è stata l’attrice Mariagrazia Cucinotta che si è commossa vedendo il docufilm realizzato da Eros Salonia sugli ultimi giorni di Troisi a Salina. Il film ha ripercorso con un linguaggio originale il periodo passato dall’attore sull’isola, fondendo lo stile del documentario con la fantasia. Ha ricordato difatti, Troisi a Salina attraverso le immagini e le testimonianze dei protagonisti della pellicola e di chi ha lavorato nel film. Oltre lo scenografo Lorenzo Baraldi la costumista Gianna Gissi, gli attori Mariagrazia Cucinotta e Alfredo Cozzolino e l’aiuto regista Gaia Gorrini, e sono state sentite persone dell’isola che hanno conosciuto l’attore, ma anche esperti e docenti di cinematografia. Il film però ha anche fatto tornare idealmente Troisi a Salina e ha permesso di  conoscere l’isola in una dimensione più intima e vera come ci ha spiegato il regista che ha sottolineato: “Abbiamo ripercorso i luoghi in cui l’attore ha girato il suo capolavoro “Il postino”, suo ultimo film testamento, intervistando gli abitanti di Salina che lo hanno conosciuto e che hanno collaborato con lui.

 

Lo scopo del film-documentario è di valorizzare Salina e Malfa e di mostrare l’umanità di un artista d’eccezione, “affondando la telecamera” nel rapporto tra l’arte, la natura e la morte.

 

Ma non si tratta solamente di un documentario che ritraccia, come un omaggio postumo, le tappe delle riprese e gli aneddoti della produzione. Questo film vuole essere, invece, una valorizzazione dell’Isola di Salina, del suo potere di seduzione su chi la visita e abita. Ma, soprattutto, il progetto che proponiamo è un percorso “interno” verso l’anima dell’isola, verso il suo potere di sospendere la vita umana in un’estasi calma, nella contemplazione del mistero della creazione. Tra uliveti secolari, vigne arrampicate sul vulcano, cantine di Malvasia, tra pescatori e contadini, passerà la voce di Troisi e di quanti lo hanno conosciuto.

 

 Quelli che la storia ci consegna come “gli ultimi giorni di Massimo Troisi” mostreranno un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell’arte che rivaleggia con la morte. Il ‘poema visivo’ di Eros Salonia dal titolo “Scusate, avete visto Massimo Troisi ? è stato prodotto da Antonio Barbera sarà esaltato dalla voce di Michele Fruttaldo che è molto simile a quella di Troisi e dalla colonna sonora originale di Michele Amoroso, che ha composto musiche coinvolgenti e struggenti.

 

Un altro importante evento è stato quello della presentazione dell’installazione artistico naturalistica di Dimitri Salonia che con il suo stile ha colorato con poesia lo splendido scenario della spiaggia di Pollara dove è stata presenta la sua originale opera.

 

Salonia ha utilizzato solo materiale naturale trovato sull’isola come legno, ferro, sassi, piante e una vecchia barca che poi ha dipinto. La vecchia imbarcazione in legno è stata poi “incastonata” nel cancello di entrata di una grotta. “Lo schianto della barca – spiega l’artista – rappresenta la vita dell’uomo perennemente in balia delle soverchianti forze della natura contro le quali nulla possono razionalità, intelletto e progettazione.  La stessa vita di Massimo Troisi, in perenne bilico tra slanci, passioni, creatività e destino beffardo sempre in agguato, ne è chiara e paradigmatica rappresentazione. Nel film “Il postino”, in una sorta di chiaroscuro sospeso tra razionalità e aleatorietà, si intrecciano le storie e i destini di Troisi- Ruoppolo e Noiret-Neruda, in una visionaria chiaroveggente raffigurazione.Nella poetica di Neruda è spesso presente il tema dell’eterna lotta dell’uomo contro il proprio destino.

 

All’interno dell’imbarcazione è stato posizionato un registratore dvd collegato ad un impianto stereo che diffonderà la voce di Troisi e i suoni e i rumori della natura che lui stesso ha registrato nel film.

 

Pollara, paradiso terrestre, rifugio dell’eden rubato agli dei, è il teatro e il palcoscenico naturale di eventi che uniscono e separano la tante vite vissute e  passate da queste tufi, tra queste pietre di antica memoria tracciando e percorrendo sentieri paralleli tra vita e morte come quello di Troisi”.

 

“In nessun modo – conclude Salonia – la mia opera sarà protetta dalle intemperie e dagli uomini, sarà il destino come per Troisi ha decidere cosa accadrà. Resterà sull’isola finché non saranno le mareggiate a distruggerla, perché nessuno potrà mai opporsi alla forza della natura”. 

 

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