Sono trascorsi già vent’anni dalla scomparsa dell’artista Franco Palmieri e proprio in occasione di questo anniversario, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina inaugura “Crete policrome e disegni”; la mostra racconterà lo stile e la tecnica di Palmieri, capace di rendere le figure evanescenti, impalpabili. Un artista nato neli anni ’30 che ha avuto la possibilità di vivere e osservare la città, in un tempo in cui era forse più dinamica, più vivace.
«Questa mostra – si legge nella nota – è stata fortemente voluta dalla governance dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele per omaggiare Franco Palmieri a vent’anni dalla sua scomparsa: fu tra i primi artisti ad esporre all’interno del progetto “L’Opera al Centro”, negli spazi del teatro appena restaurato nel 1987». Una ricerca sì rivolta al bello, ma anche soprattutto alla meraviglia; «l’arte – continua la nota – ha il ruolo necessario di cambiare il nostro modo di vedere». Franco Palmieri si esprime inizialmente attraverso la scrittura: poesie e testi teatrali, per poi dedicarsi alla pittura e al disegno.
La mostra omaggio a Franco Palmieri
Dopo il “Microcosmo” di Rosa Rigano, ad abitare il Teatro Vittorio Emanauele di Messina saranno le opere di Franco Palmieri all’interno di “Crete policrome e disegni”, una mostra omaggio, curata da Giuseppe La Motta, che verrà inaugurata il prossimo 8 aprile, alle 18.
«Franco Palmieri – dice la nota – apparteneva a quella ristretta cerchia di privilegiati per i quali conoscere è disegnare. La mano sollecitata da un occhio vigile; attento alle strutture, agli spessori, ai particolari trasferisce sul foglio ciò che è stato fermato dalla vista. Il disegno è stato per lui momento di un’attività più vasta, l’immaginazione, cioè la facoltà del conoscere e pensare mediante le immagini.
E se la percezione visiva elabora le informazioni provenienti dall’esterno e le traduce in informazioni più complesse, l’immagine che l’artista si impegna a fermare è per lo più immagine in movimento. Per questo i corpi, che sono l’oggetto principale della sua ricerca, si scompongono e si moltiplicano.
Sul foglio bianco si accavallano bocche, occhi, narici, fessure che rimandano al desiderio, l’accecamento della passione, allo sforzo di essere sinceri e autentici, almeno sulla tela, almeno nella propria arte. Il suo rimane un mondo in bianco e nero. Suoi strumenti prediletti sono le matite più sottili ed i pennini. Quando avvertirà la necessità del colore farà uso delle crete, che sole gli consentono di conferire leggerezza alla durezza che scaturisce dalla cognizione e accettazione del vivere».
La mostra sarà visitabile fino al 20 aprile, da martedì a sabato dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 18:40.
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