La musica deve smarginare, ha detto qualcuno; superare i confini e riuscire a liberare i pensieri. Lo sa bene Dany Noel musicista cubano, ma di stanza a Madrid, che il prossimo 19 maggio arriverà al Retronouveau di Messina per presentare in anteprima europea “Intercambio”, sul palco anche Jorge Vera e Dani Morales. «Il progetto – ci racconta Dany, al telefono – è nato con altri due colleghi durante un tour. Abbiamo avuto la possibilità di registrare prima in Galizia, una prima parte del disco, e una seconda parte a Madrid».
Un disco che vive di sonorità diverse; dal latin jazz, al blues, passando dal flamenco. Così si sviluppano 13 tracce che compongono il viaggio meltin pot di “Intercambio”, uscito il 6 aprile 2022. «Il mio modo di fare musica – continua Dany Noel – è sentire e trasmettere quello che provo. Dal latin jazz al bolero, sono tutti momenti che vivo. La musica è quello che sento, non programmo mai una cosa precisa, mi siedo e succede quello che deve succedere».
Dany Noel, un cubano a Messina
Classe 1973, Daniel Noel Martìnez Izquierdo, conosciuto come Dany Noel, nasce a Cuba e dall’età di 10 anni inizia a suonare, diplomandosi in chitarra classica al Conservatorio de L’Avana. Da lì, la musica non ha smesso di suonare. «Sono un musicista, suono tutto quello che sento. A suonare sono sempre io, non voglio limitare la mia ricerca».
Così, ad aprile 2022 è uscito il ultimo lavoro discografico, “Intercambio” che verrà presentato, in un release party, proprio a Messina giovedì 19 maggio al Retronouveau e il 20 maggio a Palermo al Tatum Art.
«Per queste date in Sicilia, – dice Dany – voglio ringraziare Agnese Carrubba che lavora insieme a Coral Riff, ma anche la Casa Musicale Sanfilippo, Progetto Suono e Davide Patania che ci ha dato la possibilità di suonare». Dopo i due concerti siciliani, Dany Noel tornerà in Italia, probabilmente in autunno.
Al Retronouveau si suona jazz
Prosegue la rassegna del Retronouveau dedicata al jazz, ma cos’è la cosa più affascinante per Dany Noel di questo linguaggio musicale? «Il jazz è semplicemente libertà. È il mio modo epr potermi esprimere liberamente. Adesso sto lavorando a un nuovo disco nato a Briga che ho continuato a sviluppare con altri suoni; una fusione tra flamenco, musica andina e africana».
E per gli ascoltatori che hanno ancora delle remore rispetto a queste sonorità? «L’importante è non chiudersi, ma capire e sentire quello che è stato fatto bene. È interessante sentire un buon disco di jazz, italiano o di salsa, ascoltare il flamenco. Bisogna cercare sempre di avvicinarsi al passato, per trovare una riposta del presente». Per prenotare il vostro biglietto a questo link.
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