C’era una volta il ficodindia, c’era la vastedda, c’era il carretto siciliano. Erano tutte immagini rappresentative di una certa Sicilia. Immagini ormai scomparse. Le vastedde sono state sostituite dalle merendine, il ficodindia è diventato agricoltura specializzata che può portare ricchezza, il carretto siciliano è stato sostituito dalla lapa. Eppure queste immagini desuete, se evocate, continuano a restituire un sogno.
Il sogno si ripercorre ogni anno a Santa Margherita Belice con la sagra del ficodindia e della vastedda, che quest’anno si arricchisce del terzo elemento, il carretto siciliano, con le splendide immagini del fotografo Mario Cuccia e con le schede tecniche del professor Ubaldo Castrovinci che spiega a tutti come costruirsi un carretto siciliano.
Ma tra il dire e il fare c’è un mare di mezzo, perché gli splendidi carretti, ormai veri e propri monumenti, sono il frutto della lavorazione di manipoli di artigiani specializzati che vanno chiamati artisti, radunati in botteghe ormai quasi del tutto scomparse.
Queste botteghe Mario Cuccia ha avuto il tempo di frequentare con la sua macchina fotografica, insieme con il pittore Ubaldo Castrovinci. Il risultato del certosino lavoro è stato un libro di grande successo, pubblicato nel 2013, con il titolo “L’architettura del carretto siciliano”. Lo stesso titolo con cui Mario Cuccia presenta adesso la sua mostra, accompagnata dalle schede tecniche di Castrovinci. 40 foto e 32 schede che si potranno ammirare dalle 16.30 di sabato 25 ottobre a Santa Margherita Belice, nello spazio espositivo del Ficodindia Fest.
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