Da Bluemarina a Fluidae, i cassetti sonori di Federica Vita

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Perché raccontiamo storie? Perché è il nostro modo di sentirci parte di una comunità. Oggi, quindi, vi raccontiamo l’avventura di Federica Vita, che quando mette dischi si trasforma in Bluemarina. Designer e dj di Messina, tra le fondatrici di Fluidae Collective e componente di Denshi Raw, Federica Vita fa viaggiare gli ascoltatori tra le isole del Mediterraneo, tra ritmi del passato e nuove sonorità. «Sono tornata a Messina per un periodo estivo post universitario per capire cosa volevo fare, e in quel periodo – racconta Federica – senza che io cercassi nulla mi sono capitati dei lavori di interior design e grafica. E allora mi sono chiesta: se evidentemente c’è una richiesta di lavoro perché devo scappare da un’altra parte. E più passavano i mesi, più si è consolidata in me la volontà di rimanere».

Così Federica rimane a Messina, ma non sa ancora che avrebbe dato vita a Bluemarina. «La cosa bella di essere rimasta qui è che qui puoi gestire un progetto tuo, se fossi rimasta a Milano o se fossi andata a Parigi, avrei lavorato in un’azienda. Ma come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. Vivere in Sicilia, isola magica e crocevia di culture, è sempre stata per me la principale forza ispiratrice, che ha dato vita a questo flusso musicale ibrido, trasversale e ricco di contaminazioni».

Federica Vita è Bluemarina

Così inizia una nuova storia che si chiama Bluemarina: progetto musicale pieno di cassetti sonori. Non solo dj set quindi, ma anche soundscape e installazioni sonore. Creatività che in parte è stata trasmessa dal padre Enrico Vita, che tra le altre cose è il fondatore di AccordiAcorde, rassegna inserita all’interno della Filarmonica Laudamo di Messina, dedicata ai nuovi linguaggi sonori. «Ho sempre ascoltato tantissima musica, – continua Federica – anche se ho sempre fatto una ricerca musicale mia. Poi crescendo, soprattutto quando stavo fuori, ho scoperto che molte cose, molti dischi ce li aveva anche mio padre, è stato divertente. Ogni tanto frugo e trovo delle perle molto interessanti».

Ma quando e perché nasce Bluemarina? «Il primo approccio alla consolle è stato con la Limonata delle Rossettas, serata nata quasi per scherzo. Poi, un po’ di tempo dopo quando ho deciso di diventare free lance, sempre di più avevo la volontà di trasformare la passione per la musica in qualcosa che potesse comunicare con l’esterno e quindi è nato lo pseudonimo di Bluemarina; la ricerca musicale ha l’intento di unire l’elettronica, tutta, alle influenze etniche. Quello che mi piace fare è una nuova forma di world music; musica araba, greca, balcanica. È molto divertente tutto questo, anche vedere la reazione della gente che balla, perché il più delle volte siamo abituati a sentire in un club un certo tipo di elettronica, invece a me piace mischiare». (Foto di Francesco Algeri)

Dal mixtape al soundscape

La mescolanza è la parola giusta quando parliamo di dj set; che implica quindi il mix giusto tra tempi e toni che devono combaciare armonicamente tra un pezzo e l’altro. «Ho comprato la mia prima consolle nel 2018 quando ho deciso di fare Bluemarina e passavo i pomeriggi a esercitarmi; è tutta una questione di pratica. Ovviamente c’è un aspetto tecnico che è importante; l’orecchio deve capire quale traccia può stare bene con l’altra, le tonalità devono essere in armonia.

Questa cosa l’ho imparata con la pratica costante. All’inizio facevo mille cavalli, quando non metti le canzoni a tempo. Poi come in tutte le cose quando ti eserciti, diventano facili. Cerco di andare sempre a istinto, anche in base ai luoghi in cui mi trovo, se c’è il dance floor come al Retronouveau metto delle cose; se invece sono al Baretto metto musica più da ascolto. Sostanzialmente metto pezzi che ballerei, che mi fanno divertire. Non mi voglio prendere troppo sul serio, l’importante è che ci sia un clima di festa».

Festa è un’altra parola chiave quando si parla di musica. Quando ci muoviamo in una pista da ballo tutto si azzera, non ci sono differenze, ostacoli, problemi. La musica, probabilmente l’unica forma d’arte che riesce in questo, crea equilibrio, uguaglianza. «Un rito collettivo, libero, dove si abbattono le differenze sociali». Musica che si sposta quella di Blumarina; da Ortigia a Palermo, dal Mish Mash di Milazzo a Marina di Ragusa, passando per Dorade box, show su Mondonero, webradio milanese, in cui Federica fa set più sperimentali e liberi, invitando ospiti a rotazione, arrivando a Fluidae. (Foto di Andrea Scimone)

Federica Vita è Fluidae

Fluidae è un collettivo femminile, che prende vita durante il primo lockdown. «L’idea è nata da Emilia Callari, una bravissima dj di Palermo che adesso vive a Berlino con l’intento di creare un network femminile, di donne che operano nell’industria musicale in Sicilia. Questa cosa nasce da Emilia che ha chiamato me e dopo abbiamo coinvolto Mariana Bek, dj ucraina che adesso vive a Catania. Noi tre ci occupiamo della parte artistica e Anastasia Ruta è la digital strategist.

«Ci siamo confrontate sulle nostre esperienze e tutte, forse io meno perché ho iniziato a suonare un po’ dopo rispetto alle ragazze, soffrivamo il fatto di essere un po’ sole in questo ambiente. Non solo per quel che riguarda il dj, ma figure che stanno sopra e sotto il palco; dalle producer all’organizzazione di festival. Con Fluidae stiamo facendo una serie di interviste con donne che fanno parte del nostro network e ci siamo chieste perché siamo così poche, forse perché non abbiamo modelli a cui ispirarci.

Questo credo che sia un fattore culturale soprattutto in Sicilia, però penso che stia iniziando una rivoluzione, adesso anche le line up dei grossi festival cercano di trovare un equilibrio. Essere una dj donna è ancora una eccezione, che va spinta e segnalata: nel momento in cui non sarà più necessario, nel momento in cui “una serata con sole dj/producer donne” sarà normale tanto quanto “una serata con solo dj/producer uomini”, vuol dire che avremo finalmente compiuto i passi necessari.

La nostra ispirazione – racconta Federica – è stata il libro di Johann Merrich “Le pioniere della musica elettronica“, uno sguardo approfondito sulla storia della musica elettronica femminile da Suzanne Ciani a Delia Derbyshire, a Pauline Oliveros. “Il mondo dell’elettronica, scrive Merrich, è da sempre maschile, forse perché fin da bambini i maschietti giocano a smontare le macchinine mentre le femminucce alle bambole; è un problema culturale radicato difficile da superare, anche se ora con la diffusione della tecnologia, tutto sta cambiando”».

I prossimi appuntamenti di Bluemarina

E proprio il 7 maggio arriva il primo appuntamento tutto organizzato Fluidae che si terrà ai Cantieri Culturali della Zisa, supportato da Ableton. La giornata sarà suddivisa in due parti: un workshop a cura di Ableton sulle produzioni musicali curato da LNDFK, italo-tunisina che viene da Milano, e poi un party con un live set di LNDFK e lo show case di Fluidae.

Gli appuntamenti di Bluemarina però non sono mica finiti: il 6 maggio al Palacultura di Messina arriva “Il Perdono” scritto da Mario Spinella, interpretato da Eugenio Papalia, in cui Federica Vita continuerà a sperimentare. Suo, infatti, il soundscape, ma su questo non vogliamo dare troppe anticipazioni. Il 29 maggio, invece, sarà tra gli ospiti della nuova edizione del Messina Vinyl Fest al Sunset di Mortelle. E la prossima festa? Forse ad Alicudi fino all’alba ad ascoltare “Dancing Queen” degli Abba.

Foto di copertina e ultima foto di Francesco Algeri.

 

 

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