Il ritorno del tram a Messina e le differenze con la vecchia linea
Le differenze tra il tram di oggi e quello del primo ‘900
Oggi Messina è di nuovo servita dal tram, ma le differenze tra le linee su rotaia attive (con alti e bassi) tra il 1890 e il 1951 e quella odierna in funzione dal 2003 sono molteplici. La prima, sotto gli occhi (e nei discorsi) di tutti riguarda la lunghezza: se un tempo, come abbiamo appena visto grazie alla dettagliata spiegazione dell’ingegnere Bonaccorso, il tram arrivava da un lato fino a Giampilieri e dall’altro fino a Barcellona Pozzo Di Gotto passando per i villaggi costieri della città dello Stretto e per le vallate più interne oggi non è più così, il tram sostituisce la vecchia linea 28 e va solo dallo Zir all’Annunziata Bassa (e viceversa).
La seconda differenza riguarda la visione complessiva del trasporto urbano. Il tram nella prima metà ‘900 era il trasporto pubblico urbano principale attorno al quale ruotavano mezzi integrativi, quindi offriva maggiori servizi, dal trasporto merci alle corse straordinarie in occasione di eventi speciali quali, come s’è visto, gli spettacoli teatrali o il Ferragosto Messinese.
Il ritorno del tram a Messina
La scelta di riportare il tram a Messina ha ragioni diverse: «Nel 1997 – spiega l’ingegnere Andrea Bonaccorso – quando si decise di trasformare la linea 28 in tram una delle motivazioni è stata quella di garantire un servizio con una capacità maggiore (vale a dire con la possibilità di trasportare con un unico mezzo un numero di persone maggiore). Questo elemento ha ripercussioni anche da un punto di vista economico. Uno dei costi maggiori per un’azienda di trasporto è il personale. Il tram con un unico autista può trasportare lo stesso numero di persone che trasporterebbero tre autobus e quindi tre autisti: il risparmio in questo caso è evidente».
Ma ci sono state anche altre motivazioni. Intanto, chiarisce Bonaccorso, il tram è un mezzo che non inquina, un autobus, come ben sappiamo sì. Inoltre, la linea su rotaia ha un percorso protetto che consente di bypassare il traffico urbano. È quindi un mezzo più veloce. «In questi ultimi anni – aggiunge – si sta pensando di trasformare alcuni tratti di tranvia veloce in tranvia classica, eliminando barriere e cordoli. Questo avverrebbe però a discapito della velocità».
A oggi il futuro del tram appare proprio questo. Se infatti inizialmente l’attuale Amministrazione puntava (dopo la lunga parentesi del tram volante) ad eliminare la linea tranviaria, a seguito di diversi incontri al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, appare evidente un obbligato cambio di rotta. Il tram non verrà eliminato, ma il suo percorso verrà presumibilmente ridefinito, come confermato recentemente dall’assessore al ramo, Salvatore Mondello.
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
(15711)