«A partire dalla fase di ricostruzione vennero ipotizzate varie soluzioni per l’arredo della piazza principale della città – racconta Franz Riccobono. Originale e curioso, un primo monumento disegnato dall’artista messinese Salvatore De Pasquale che ipotizzava al centro della piazza una monumentale fontana circolare con statua e simboli del Regime dell’epoca.
In realtà alla fine della ricostruzione avvenuta durante il periodo fascista venne realizzato nel punto culminante di intersecazione tra la via Garibaldi (questa era stata prolungata da piazza delle Anime del Purgatorio a seguito dello sventramento di antiche porzioni dell’abitato pre-terremoto) e il viale San Martino una stele quadrangolare di grandi dimensioni con decoro a bugnato che vedeva una rampa d’accesso nella parte a nord ed una grande aquila in marmo nella parte meridionale; curiosa l’iscrizione posta nel lato settentrionale con il motto: “Noi saremo sempre domani” di tradizione futurista. Breve vita ebbe questo monumento che, già danneggiato dai bombardamenti, fu raso al suolo durante il governo Amgot (Allied Military Government Occupied Territory).
Negli anni del dopoguerra le ipotesi di riordino sia della viabilità che della fruizione del più grande spiazzo cittadino furono molteplici, ma nessuno duraturo. In realtà, a parte la stele monumentale di cui sopra e la cabina elettrica ottagonale in stile eclettico, che durerà fino al secondo dopoguerra, nulla di monumentale venne realizzato a decoro della piazza se non vari tipi di aiuole, grandi lampioni, fino a giungere all’attuale “griglia” tranviaria con fontana muta e piatta».
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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