«La Chiesa di Santa Maria la Scala o della Valle – ha spiegato Franz Riccobono – sorgeva in corrispondenza dell’attuale angolo tra via XXIV maggio (già via dei Monasteri) e il torrente Boccetta. La facciata era rivolta ad ovest affacciandosi sull’antica via dei Monasteri. Questa chiesa era sorta nel XIV secolo a seguito dell’abbandono della più antica sede nella parte alta della valle di Giostra».
«Ancor oggi – ha aggiunto – rimane la medievale Badiazza, detta non a caso anche Santa Maria della Valle, mentre non è stato scavato il complesso monastico attiguo all’edificio. Nella parte retrostante della chiesa trecentesca, in epoca successiva, era stato realizzato il Monastero. La facciata si presentava del tutto originale in quanto costituita da un fitto bugnato* nella parte inferiore, poi interrotto dalle aperture con archi ad ogiva** e riseghe ad archetti».
«La porta principale e quella laterale – ha raccontato Franz Riccobono – si trovano rimontate presso il MuMe (Museo Regionale Interdisciplinare di Messina), dove peraltro si conservano gli elementi lapidei dell’intera facciata, come pure un medaglione, un bel tondo policromo in maiolica, modellato nella bottega dei Della Robbia. La Chiesa rimase pressoché integra malgrado i danni subiti nel terremoto del 1908, fu smontata con l’intenzione di rimontarla in un nuovo edificio di culto, operazione tentata negli anni ’60 nella nuova Chiesa di Gravitelli ma purtroppo non portata a compimento».
«Circa il trasferimento in città delle monache nel nuovo Monastero – ha spiegato – si narra che avvenne a seguito di un evento miracoloso verificatosi in occasione della peste che ammorbava la città: l’antica icona della Madonna della Scala venne portata in processione salvifica lungo le vie di Messina e la peste cessò. Da qui la decisione di conservare in città la miracolosa immagine che dopo vari passaggi (Chiesa dei gesuiti di piazza Cairoli) oggi è conservata e venerata nella Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani».
«Una versione profana – ha concluso – racconta che il trasferimento avvenne in quanto, considerato luogo isolato, lontano da occhi indiscreti, le suore pare non si comportassero in modo del tutto “monacale”».
*bugnato = Paramento murario esterno di un edificio, costituito da conci sporgenti lavorati, detti bugne (fonte Treccani, ndr);
** arco a ogiva = arco dalla sommità appuntita, non tonda, elemento caratteristico dell’architettura gotica.
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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