Un tempo strutture strategiche poste a difesa delle città, oggi forti e castelli hanno perso il loro ruolo primario, ma restano fonte inesauribile di meraviglia e nutrono l’immaginario collettivo richiamando alla mente un passato ormai lontano. I castelli di Messina rappresentano un patrimonio paesaggistico e architettonico unico in Sicilia e in Italia e, come ci spiegherà Franz Riccobono – presidente dell’Associazione Amici del Museo di Messina, perito ed esperto di storia – testimoniano il ruolo di primo piano ricoperto dalla città dello Stretto nel corso del tempo.
In questa terza puntata della rubrica “C’era una volta Messina”, online ogni prima domenica del mese, ci concentreremo quindi su 4 dei principali forti posti a protezione della città, grazie anche all’ausilio di alcune stampe ricavate da un testo, “La Congiura di Messina”, stampato nel 1676 e riguardante la rivolta antispagnola.
«Il patrimonio di architetture fortificate a Messina è tra i più cospicui d’Italia – ha spiegato Franz Riccobono. Malgrado le tante distruzioni subite queste strutture, per la loro natura (mura spesse a volte anche oltre 10 metri), hanno resistito pervenendo a noi in gran parte integre. Peraltro restano testimonianza del particolare ruolo strategico avuto dalla città da sempre, ma documentato da questi edifici per quanto riguarda gli ultimi cinque secoli. Purtroppo, quasi sempre i castelli di Messina attendono nel completo abbandono una adeguata destinazione d’uso e quantomeno la possibilità di essere comunque fruiti anche in considerazione della posizione straordinaria quali punti di osservazione del circostante territorio».
Nelle pagine a seguire ricordiamo i quattro principali castelli cittadini, ma il patrimonio castellano messinese comprende ampie porzioni residuali della cinta muraria cinquecentesca, i possenti resti della seicentesca Real Cittadella, numerose torri distribuite nei villaggi prossimi all’abitato, come pure il cospicuo complesso dei cosiddetti Forti Umbertini ed infine le strutture fortificate predisposte intorno alla città in occasione del secondo conflitto mondiale, rifugi compresi.
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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