Bello, artigianale e fatto in Sicilia: l’arte della tessitura di Paola Costanzo

Pubblicato il alle

6' min di lettura

Paola Costanzo fa la tessitrice ed è la protagonista di questa nuova storia alla scoperta del bello, artigianale e fatto in Sicilia. Lasciamo le ceramiche di Nicola Mirenda e da Santo Stefano di Camastra navighiamo verso le Isole Eolie, destinazione Lipari.

È qui che Paola ha trascorso l’infanzia ed è qui che ha deciso di dare vita alla sua Mouloud Bottega Tessile, un vero e proprio laboratorio dedicato alla progettazione e produzione tessile con telai manuali. «La mia cosa preferita della tessitura è il non dover inseguire un’idea di perfezione. Praticarla con la felice creatività di un bambino, lasciando spazio alla fantasia».

Dal 6 all’8 settembre, appuntamento con “Legarsi agli alberi: dialogo con tessitura e natura”, dedicato alla tessitura artigianale tra i boschi delle Isole Eolie. L’intervista a Paola Costanzo.

Tessuti, mon amour

Ritrovarsi a chiacchierare di tessuti è come tornare indietro nel tempo. Ed è subito case antiche, vecchi giradischi, pavimenti siciliani, canzoni d’amore ascoltate dentro un abbraccio ma anche incontri casuali. Magari con una tessitrice francese.

Proprio come è successo a Paola. «L’incontro con la tessitura è stato casuale – dice Paola –  avvenuto in eta più matura, ed è stato come essere tornati nella propria casa. In effetti è accaduto proprio al mio rientro al Lipari. Ho incontrato una tessitrice francese che viveva lì e che mi prestò un suo antico telaio per continuare a coltivare la mia recente passione».

Passione che ben presto si trasforma per Paola in ricerca, studio e lavoro. «Questo lavoro, come tutti i lavori manuali, richiede tempo, pazienza e dedizione. La tessitura è studio, composizione, pensiero armonico e matematico. Sono profondamente convinta dell’enorme valore culturale, sociale e terapeutico del lavoro artigianale, e in particolare della tessitura».

Un’arte – quella della tessitura – che esiste da molti, moltissimi anni. «La tessitura è una delle attività più antiche dell’essere umano. I primi telai rudimentali rinvenuti risalgono al neolitico (circa 10.000 anni fa). Da allora e fino a relativamente poco tempo fa gli esseri umani hanno tessuto a mano tutto ciò che serviva per vestirsi o per altri usi. L’arte del tessere è profondamente radicata nel nostro essere. E poi, dal punto di vista terapeutico la tessitura stimola la concentrazione , la manualità fine e aiuta a ridurre gli stati di ansia».

Dentro i tessuti

Una storia lunga un’Isola, pensiamo. Fatta di trame, di intrecci e di maglie. «La storia della Sicilia per esempio è tessuta a maglie strette con quella della tessitura. Gli arabi per primi portarono la produzione della seta a Palermo, sviluppatasi poi ulteriormente in epoca Normanna.

L’operazione stessa della tessitura è forse una storia di luoghi e persone che si è rinnovata nei secoli fino alla contemporaneità, l’incrocio della trama con l’ordito è anche un parallelismo perfetto con l’immagine della Sicilia, quale luogo di incontro da culture differenti».

Oltre la tessitura

Anche in questo caso, il lavoro di Paola Costanzo valorizza il territorio. Quel famoso bello, artigianale e fatto in Sicilia, che trova in realtà come la Mouluoud, esempi concreti. «Come alta espressione d’artigianato (spesso anche artistico), la tessitura potrebbe valorizzare e pubblicizzare le tradizioni socio-culturali e le tipicità d’una regione, in particolare, dei centri in cui essa viene praticata.

Si potrebbero creare occasioni di sviluppo che siano sostenibili nel tempo: rafforzare le attività culturali, sviluppare la partecipazione attiva da parte della cittadinanza, promuovere la cultura, specie quella locale, attivare un servizio educativo-culturale, storico ed artistico. La tessitura potrebbe inoltre generare molteplici progetti di inclusione sociale, culturali e di sviluppo».

Non chiamatela Penelope – Paola Costanzo, la tessitrice delle Isole Eolie

Concetto, quello di inclusione sociale, che Paola ha già sperimentato con un laboratorio di tessitura all’interno della sezione femminile del carcere di Gazzi di Messina. «È stata un’esperienza molto forte, che mi ha restituito tantissimo sia in termini umani che creativi.»

Paola sviluppa così il laboratorio con tre obiettivi principali; «cercare di dare un valore tempo trascorso in carcere, luogo in cui bisogna fare i conti con un’esistenza sospesa ed in cui bisogna rapportarsi con le umiliazioni e le frustrazioni che solo l’ambiente carcerario, la galera sa produrre.

Cercare di creare un senso di appartenenza diverso a quei luoghi, abbandonando seppur per poche ore (grazie alla creatività ) quell’universo semantico ( fatto di blindi, girachiavi etc ). Oltre alla dimensione specificatamente “tecnica”, il lavoro artigiano in generale e l’arte delle tessitura nello specifico, presuppongono uno scambio di idee
che lascia posto al lato umano e ai vissuti delle singole persone. E infine destinare il ricavato della produzione alla sezione femminile del carcere». Proprio per questo Paola ha di recente costituito la sua associazione con l’intenzione di sostenere – grazie alla tessitura – le parti più fragili della popolazione.

A settembre, tra tessitura e natura

Dal 6 all’8 settembre, Paola sarà impegnata in “Legarsi agli alberi: dialogo tra tessitura e natura”. Laboratorio dedicato alla tessitura artigianale, con l’ausilio del telaio a tensione. «Da questa estate il mio è un laboratorio itinerante tra Lipari e Alicudi che, in una geografia dei sentimenti, è per me un’ isola speciale, un felice perimetro esistenziale e fonte di ispirazione per il mio lavoro.

A settembre ci sarà un laboratorio aperto a tutti per apprendere uno dei più antichi sistemi di tessitura (già utilizzato dalle popolazioni nomadi), in cui il corpo del tessitore è parte integrante del telaio, non solo le sue mani sono indispensabili ma anche l’intero suo corpo che mantiene teso l’ordito garantendo la tensione necessaria al procedere della tessitura. Ci legheremo agli alberi del bosco per riscoprire il dialogo del proprio corpo con la natura e il senso metaforico di quest’arte che sa farsi narrazione».

 

(3165)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.