Nuovo triste primato per la città di Messina, una delle prime nel business delle zoomafie, vale a dire gli introiti provenienti dallo sfruttamento illecito degli animali. Corse clandestine dei cavalli, macellazioni non autorizzate, combattimenti tra cani, bracconaggio, traffico di cuccioli, contrabbando di fauna esotica, pesca di frodo e furto di animali dai pascoli. I settori da cui la criminalità organizzata può attingere per lo sfruttamento di animali sono tanti, e ad inchiodare la nostra città sono i numeri.
Quaranta indagati solo a Messina per maltrattamenti nei confronti degli animali, cifra che pone la nostra città tra i primi posti in Sicilia, cosi come si evince dal rapporto delle procure presentato dalla Lega anti-vivisezione. Un fenomeno in preoccupante crescita ed espansione quello delle zoomafie, di cui si è parlato sabato mattina a Palazzo Zanca durante l’incontro organizzato dal gruppo tutela degli animali dei Grilli dello Stretto.
Presente la responsabile del WWF Anna Giordano, ma anche l’onorevole Francesco D’Uva: “Purtroppo la città continua ad essere famosa per le corse dei cavalli, ma anche sui Nebrodi continuano ad esserci fenomeni come la macellazione clandestina, Serve maggior informazione, i cittadini devono prendere coscienza che questo settore rappresenta un’enorme fonte di denaro per la criminalità organizzata. Le leggi ci sono, quelle che continuano a mancare sono le risorse, soprattutto i fondi da destinare alle forse dell’ordine”.
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