La stagione estiva è ormai alle porte e a Messina si comincia con la pulizia delle spiagge. Ad annunciarlo è il sindaco Cateno De Luca che dalla sua pagina Facebook invita i proprietari delle barche tirate a secco sul litorale a rimuoverle prima che ci pensi il Comune: «Via tutti i rottami abbandonati e le strutture abusive».
A occuparsi di seguire l’intera procedura, ha specificato il Primo Cittadino, sarà l’assessore all’Ambiente Dafne Musolino. Le operazioni non inizieranno prima della prossima settimana, e in particolare di martedì 16 aprile. A lunedì 15 è fissato il termine ultimo per la rimozione di barche, natanti, attrezzature e accessori depositati sulle spiagge della città dello Stretto.
Il tutto è sancito da una disposizione del Dipartimento Ambiente e Sanità del Comune di Messina che vieta espressamente: “Di tirare a secco e fare stazionare imbarcazioni e natanti, relitti e accessori vari, ivi compresi i mezzi di trasporto e traino, sulle aree demaniali marittime in assenza delle prescritte autorizzazioni di legge”.
In sostanza, quindi, chi lascia la propria imbarcazione e attrezzatura sulla spiaggia, senza averne l’autorizzazione, avrà tempo fino al 16 aprile per rimuoverla, altrimenti verranno sequestrate e potranno essere recuperate solo dopo aver pagato le spese di “rimozione e custodia”.
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Visto che sindaco , Messina adesso Vuoi cambiare ?
… e le barche le portiamo ai cantieri al costo di 1600 euro l’anno (niente fattura, chiaramente). Gli unici che gongolano sono proprio le ditte che svolgono il servizio di varo e alaggio. Va bene la regolamentazione e la pulizia dai rottami, ma togliere la possibilità ai meno abbienti di andare a mare è una cavolata. Prima di terrorizzare letteralmente la comunità dei piccoli diportisti e dei pescatori dilettanti, sarebbe stato opportuno indicare, come fatto nei villaggi della riviera nord, delle zone interdette alla balneazione per il varo e l’alaggio delle piccole imbarcazioni. Si parla di riqualificazione delle spiagge quando abbiamo scoli fognari a cielo aperto, tombini che saltano al primo acquazzone e inquinano spiaggia e mare…. tranquilli per il lunedì di pasqua tutti a mare a Sant’Agata. Per tutto l’inverno, e fino a ieri, la fogna si è riversata sulla spiaggia. Ma il problema sono le barche. Il fatto che le concessioni per finti lidi (di fatto sono discoteche e pizzerie a bordo mare) abbiano con le loro strutture tolto la vista del mare, questo non importa. Che a fronte di canoni ridicoli per la concessione demaniale si conceda solo a pochi operatori di arricchirsi, questo non importa.
… le barche le portiamo a palazzo zanca
Tranquilli , u solitu pubbirazzu . Quando si accorgerà dell’impopolarità di questo provvedimento farà la solita marcia indietro , incolpando massoneria , poteri forti e a malasotti
Finalmente! Dove ci sono barche sembra di stare in una discarica di rottami. I pescatori pensano non hanno rispetto per il prossimo, per la spiaggia e per il mare.
Sono perfettamente d’accordo con Stefano. In più vorrei aggiungere che quando si fanno delle scelte così importanti non si può non essere consapevoli delle conseguenze. Sopratutto quando le scelte privilegiano, in modo così evidente una ristretta categoria. E’ ovvio che sarebbe impossibile “vietare di andare a mare” con una propria imbarcazione e che quindi ci sarà, senz’altro una chiarificazione sui limiti e sulle possibilità alternative. Nel frattempo una semplice omissione di chiarezza come questa, gioca oscillazioni commerciali di non poco conto. E chi stava per comprare una barchetta per godersi un pò di pace con la propria famiglia, che farà adesso? E’ chi era in trattative per l’acquisto di un motore, di un natante? E se decidessi di comprare un gommoncino del peso di una cinquantina di chili ed armato di buona volontà decidessi di “vararmelo” a mano, che fanno, me lo impediscono? perché da quello che si legge è vietato proprio il varo. Allora perché non si diceva chiaramente che sino a nuovo Ordine è vietato andare, con mezzi propri a mere a meno che non se ne sia pagato il prezzo con l’appartenenza ad un gruppo o ad una categoria privilegiata. Mi vien voglia di dire che il Potere è ormai nel controllo, non nella gestione. Che la Nostra Costituzione era imperniata sul principio di diritto-dovere nelle libertà di esercitare l’uno e l’altro. Oggi invece si è costretti al dover pagare per avere il diritto ad un bene che è come in questo caso irrinunciabile: il mare.
Nello stesso giorno vengono pubblicate le spiagge dove non è possibile la balneazione. Allora perché non sfruttare queste zone per il ricovero dei natanti? Perché il piano pudm ( dove vengono evidenziate le porzioni di Costa dove è possibile il ricovero dei natanti)non è operativo ? Ho più volte tentato ,proprio per questo motivo ,un approccio con gli enti per il rilascio di una concessione ma è tutto bloccato. Che fare??????