L’Università di Messina entra nella classifica della Times Higher Education, posizionandosi nella fascia 501-600 su oltre 1.500 Atenei selezionati (e 4.000 valutati). È la seconda volta, quest’anno, che UniMe accede a un ranking internazionale.
Dopo essere entrata nella classifica dei 1000 Atenei scelti dall’Academic of World Universities posizionandosi nella fascia 801-900, infatti, UniMe è stata selezionata (con dati riferiti all’anno 2019) anche dal Times Higher Education, organizzazione che dal 2004 analizza le informazioni relative alle università del mondo per valutarne l’operato e stilare un “ranking”. In questo caso, l’Ateneo peloritano si colloca nella fascia 501-600, ma scala di diverse posizioni per il parametro riguardante la qualità della ricerca, raggiungendo il 461esimo scalino ed è 27esima tra le italiane pubblicate (in tutto 49, sulle 70 valutate).
A commentare la notizia, con soddisfazione, il rettore dell’Ateneo di Messina, Salvatore Cuzzocrea: «La nostra Università viene classificata per la prima volta nel prestigioso ranking Times Higher Education, una tra le classifiche di maggior impatto a livello internazionale. Particolarmente apprezzabile è stata la prestazione della nostra ricerca scientifica: secondo l’agenzia inglese UniMe è tra le prime 500 al mondo per il suo tasso di citazioni internazionali, in posizione 461°. Il risultato premia lo sforzo costante dell’Ateneo verso l’eccellenza didattica e scientifica».
Messina nel ranking Times High Education (THE): come funziona la classifica
L’Università di Messina, quindi, si è conquistata un posto nel ranking di Times High Education (THE). Ma come funziona la classifica?
Il ranking THE pubblica i suoi risultati per “pillar” che comprendono diversi indicatori, con l’eccezione delle citazioni e del fatturato derivato dall’industria, che vengono considerati a parte. In totale si valutano le Università attraverso tre “pillar” e due indicatori. Una parte importante di questo ranking, è inoltre, data dal sondaggio accademico reputazionale gestito dall’agenzia.
Nello specifico, i 3 pillar sono:
- Didattica – composto da: i risultati del loro sondaggio accademico per la didattica, la ratio studenti/docenti, dottorati erogati/lauree erogate, dottorati erogati/numero di docenti, fatturato istituzionale;
- Ricerca – composto da: i risultati del loro sondaggio accademico per la ricerca, il fatturato della ricerca, la produttività della ricerca (quest’ultimo deriva a sua volta dal numero di pubblicazioni totali su Scopus scalato per il numero di docenti dichiarati da ogni università e normalizzato per discipline);
- Internazionalizzazione – composto da: ratio di studenti internazionali, ratio di docenti internazionali e numero di pubblicazioni internazionali con almeno un co-autore internazionale.
I due indicatori “secchi”, invece, sono le citazioni e il fatturato derivato dalle imprese.
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