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Trasformazione del “Piemonte” in Ospedale Covid, Azione: «Ha le risorse adatte?»

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«Il Piemonte ha gli strumenti e le risorse per essere un Ospedale Covid?»: a domandarselo Eleonora Urzí Mondo e Francesco De Pasquale, esponenti delle sezioni provinciale e regionale di Azione, a seguito della notizia riguardante la possibile trasformazione del nosocomio in centro specializzato per curare i malati affetti da coronavirus a Messina.

I due membri del partito di Carlo Calenda ricordano, infatti, quelle che sono le specializzazioni necessarie per il trattamento dei casi covid-19 e mostrano preoccupazione per i pazienti affetti da altre patologie che, temono, rischierebbero di vedersi negato il diritto alla salute.

«Al netto del timore che si stia dimenticando che il diritto alla salute – scrivono in proposito De Pasquale (responsabile organizzazione provinciale Azione Messina) e Urzì Mondo (comitato promotore Regionale Azione Sicilia) – riguarda tutto un ventaglio di interventi mirati per patologie da curare e/o prevenire e che, ancora una volta, sembrano passare in terzo piano (trasferimenti di pazienti ospedalizzati, rinvii di interventi già pianificati, con conseguenze gravissime che si vedranno nel medio e lungo periodo, ma che già oggi sono evidenti: patologie non curate che si sono aggravate; operazioni slittate che hanno peggiorato il quadro clinico dei pazienti; prevenzione pressoché abbandonata tour court nella prima fase della pandemia), la domanda pressante è una e specificatamente inerente al caso in oggetto: il Piemonte ha gli strumenti e le risorse per essere un Ospedale Covid?».

A tal proposito, Urzì Mondo e De Pasquale si chiedono: «Vi sono le specializzazioni necessarie per affrontare i casi in modo pieno e completo?  Infettivologo, nefrologo, pneumologo, tanto per dirne qualcuno, sono figure presenti nella pianta organica del nosocomio? E non serve forse un efficiente servizio di emodialisi, un’emoteca, presente in struttura un chirurgo toracico? Il Piemonte è dotato di tutto questo? Ne è fornito? E, in caso contrario, come si pensa di far fronte all’emergenza (ivi compresa quella del Pronto Soccorso che sarà, ovviamente, solo ad appannaggio di casi Covid con tutti i livelli di gravità possibili)?».

«Ecco – concludono Eleonora Urzì Mondo e Francesco De Pasquale di Azione –, mentre pazienti in lista d’attesa per visite di controllo e interventi pianificati e spesso salvifici si vedranno congedati con tanti cari saluti e senza la tutela di quel diritto che la Costituzione garantisce loro, ancora una volta, le notizie legate alla situazione sanitaria attuale sono fonte di grandi perplessità e preoccupazioni. L’emergenza sanitaria va gestita non certo affrontata con miopia e confidiamo nel fatto che questi nostri – ci si consenta, legittimi! – timori risultino infondati e che la governance del nosocomio abbia già previsto il modo più efficace e funzionale per affrontare la faccenda nella maniera più precisa possibile».

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