A seguito della dichiarazione del sindaco Renato Accorinti di chiudere il cavalcavia dal prossimo 20 luglio, anche l’Orsa interviene in merito alla diatriba sorta tra Amministrazione comunale e Caronte & Tourist. E lo fa attraverso una lettera aperta in cui analizza l’operato del Sindaco e quello dell’azienda di trasporti marittimi che opera nello Stretto.
Ecco il testo:
«Carissimo Renato, nonostante il forte rapporto che ci unisce per le innumerevoli lotte combattute insieme, sai bene che l’Orsa non ha mai fatto sconti a questa amministrazione, alcune diversità di posizioni e gli aspri confronti consumati nel rispetto dei ruoli, dimostrano come fino ad oggi abbiamo svolto il nostro mandato con serena coerenza e senza esclusione di colpi, le nostre storie non ci permettono alternative di comodo. Anche nell’occasione dell’Ordinanza Comunale n° 488 del 21 ottobre 2013 che vietava lo sbarco dei mezzi gommati pesanti nel centro storico, mentre il completamento dell’approdo sud era ancora in alto mare, non esitammo a dichiarare lo stato di agitazione per la tutela dell’occupazione e del diritto alla continuità territoriale. In quel caso la soppressione di un significativo numero di corse sarebbe stato un evento fisiologico, il fermo indiscriminato degli sbarchi non avrebbe lasciato scelta agli armatori e l’Orsa sostenne le loro argomentazioni per la tutela dei livelli occupazionali.
Situazione diversa è l’odierna diatriba con Caronte&Tourist, alla quale si chiede solo di modulare gli sbarchi/imbarchi dei Tir senza, peraltro, impedirne il transito nelle vie cittadine ma evitando, con un minimo di senso civico, la coincidenza con le ore di punta in cui i Messinesi hanno il diritto di usufruire della città senza rischiare la vita.
Nessuno ha chiesto al Gruppo C&T di sopprimere anche una sola corsa, pertanto, l’annuncio accorato di scomparsa di “quasi 100 posti di lavoro diretti e almeno 50 del relativo indotto” è chiaramente pretestuoso e assume il sapore del ricatto morale. Per non creare squilibri all’attività di traghettamento tu stesso hai violentato la tua storia concedendo, in attesa del completamento dell’approdo Tremestieri, deroghe che di riflesso rendono la città asservita alle esigenze commerciali degli armatori, il senso di responsabilità spesso è sconfinato nell’accondiscendenza passiva, si è fatto di tutto per evitare collisioni con la più grande realtà produttiva del territorio, le generose concessioni di approdi e importanti porzioni di città sono storia che i messinesi conoscono ma se a quest’azienda non si può chiedere la variazione dell’orario estivo stabilito in modo unilaterale, senza subire l’annuncio sistematico dei licenziamenti, allora è meglio arrendersi definitivamente all’eterno diktat e ritirarsi a vita privata.
Oltre agli inediti toni paciosi recentemente assunti dall’Armatore privato sorprende altresì il tentativo di deformare la realtà anche quando si tratta di inconfutabili numeri, nelle lettera aperta al Sindaco, l’Amministratore delegato di C&T tende a derubricare il dramma Tir: “del resto stiamo discutendo di una quarantina di mezzi commerciali per corsa” ha dichiarato Vincenzo Franza, ma dai dati forniti dall’Autorità Portuale risulta che nel 2013 solo la Cartour in 11 mesi ha effettuato 1.234 corse traghettando, 84.870 mezzi, basta fare un semplice calcolo per ottenere la media giornaliera dei tir imbarcati/sbarcati dalla Cartour che si attesta su un totale di 140 mezzi nella fascia diurna a completamento delle due corse.
Come è noto il gruppo C&T detiene il quasi monopolio del traghettamento da e verso Messina, l’unica forma di concorrenza plausibile rappresentata da Bluferries non è stata sufficiente a convincere l’antitrust che ha avviato una procedura per stabilire se fra gli armatori esiste l’indispensabile concorrenza che garantisce il diritto di scelta all’utenza.
Senza entrare nel merito del lavoro dell’antitrust è utile evidenziare che la libertà di scelta per l’utenza è veramente ridotta ai minimi termini, chi vuole approdare a Messina in auto, col tir oppure a piedi deve necessariamente, nell’80% dei casi, rivolgersi all’armatore privato a prescindere dagli orari di imbarco e sbarco, le alternative sono pressoché inesistenti, il rischio di perdita di clientela per C&T è davvero minimo, pertanto, le lamentate difficoltà commerciali e i rischi occupazionali legati agli orari della Cartour sono pura filosofia volta a mantenere un principio quasi ideologico per cui a quest’azienda non si può chiedere un passo indietro altrimenti arriva il ricatto occupazionale.
È compito statutario del sindacato di base impedire che il diritto al lavoro si baratti col disagio dei cittadini, se la scelta obbligata fra salute e lavoro ha funzionato per tanti anni a Taranto con l’Ilva, impegneremo ogni strumento per evitare che si verifichi a Messina, l’Orsa non lo permetterà e un Sindaco con la tua storia alle spalle non può cedere al ricatto che Franza ha preannunciato con toni concilianti… ma sempre di ricatto si tratta. I diritti dei lavoratori non si tutelano accettando passivamente ogni pretesa datoriale anche quando le soluzioni sono a portata di mano col minimo di buon senso, il ricatto occupazionale è tattica logora quanto odiosa, il gruppo C&T ricava profitti grazie ai sacrifici dei cittadini e all’impegno dei marittimi che ricevono un compenso equivalente al lavoro svolto, non un centesimo in più, nessuno regala niente a nessuno, è uno scambio alla pari dove nessuno deve chiedere grazie, men che meno i lavoratori, bisogna solo chiedere scusa ai messinesi per l’infima qualità di vita a cui sono costretti.
I marittimi precari impiegati nella Cartour sono già abbastanza penalizzati dal dumping contrattuale che in azienda gli riserva un trattamento discriminante rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, renderli anche oggetto di scambio per la questione dell’orario estivo è veramente inaccettabile. Se si evita l’arrocco in posizioni intransigenti le alternative sono possibili, lo stesso Amministratore Delegato di C&T ha dichiarato che “si riesce a recuperare e riequilibrare le perdite economiche che si verificano durante l’inverno grazie alle autovetture imbarcate nel periodo estivo”, si evince che per i bilanci aziendali è di fondamentale importanza l’attività estiva di traghettamento delle autovetture in orari graditi all’utenza, pertanto, tale attività deve essere garantita in ogni caso ma ciò non significa che, in nome del massimo profitto a tutti i costi, negli stessi orari devono contestualmente imbarcare/sbarcare anche i mezzi pesanti ─ 140 al giorno ─ che arrivano tutto l’anno, ai quali neanche in estate è impedito il transito nel centro ma si chiede semplicemente che attraversino la città nelle ore notturne, quando i disagi e i rischi di incidenti nelle strade si riducono di intensità. Il tutto nell’attesa del completamento dell’approdo di Tremestieri su cui l’amministrazione si gioca un pezzo di credibilità. La scelta dell’Amministrazione di emettere l’ordinanza anti-tir solo dopo il 20 luglio è già penalizzante, metà della stagione estiva i messinesi la trascorreranno fra i 140 mezzi commerciali che la Cartour sbarcherà e imbarcherà tutti i giorni utilizzando le vie del centro.
La nostra non è un’opposizione “ideologica” a C&T anche se a qualcuno fa comodo descriverla con tali caratteristiche, siamo consapevoli del peso che l’attività di traghettamento ha sui livelli di produzione della città, per questo auspichiamo una soluzione mediata che non faccia stravincere nessuna delle parti in causa e non esponga eccessivamente a rischio cittadini e lavoratori marittimi. Confidiamo nell’abbandono delle posizioni rigide che non servono a nessuno, le soluzioni si ottengono confrontandosi con umiltà, mettendo da parte le consuete arroganze e i tatticismi d’occasione conditi di buonismo.
Risulta ovvio che se dovessimo apprendere di eventuali soluzioni “fantasiose” tese a mantenere lo status quo a discapito della città e/o eventuali ritorsioni a danno dei marittimi, saremo costretti a mobilitarci con ogni strumento di lotta sindacale al fianco di movimenti, associazioni e cittadini/lavoratori che pretendono rispetto persino dal gruppo Franza.
Un abbraccio
Mariano Massaro».
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