Perché Messina si allaga col maltempo? Per il consigliere della IV Municipalità, Renato Coletta, le cause sono diverse, prima tra tutte il «flop clamoroso dell’Amam» che, scrive l’esponente del M5S, a fronte delle ingenti risorse ricevute per la manutenzione della rete non sarebbe stata in grado di interventi efficaci. Nel pentolone delle concause, il mancato decentramento e l’assenza di un «piano di manutenzione periodica e capillare».
Lo abbiamo visto bene nella recentemente (e parzialmente) inaugurata via Don Blasco, le cui immagini parlano chiaro e mostrano un’arteria, nuova, allagata durante l’ondata di maltempo che ha investito Messina nelle scorse ore. Il Vicepresidente IV Circoscrizione, Renato Coletta, analizza l’accaduto e distribuisce le cause a una serie di “mancanze” dell’Amministrazione De Luca: «Di fatto oggi paghiamo le conseguenze di una gestione superficiale e deficitaria del problema. Ma forse per De Luca le priorità erano altre, tra una diretta Facebook, un’esibizione musicale e un appuntamento elettorale in giro per la Sicilia».
Se da un lato uno dei “colpevoli” più indicati dietro ogni allagamento è il percorso del tram (che comunque contribuisce), secondo il consigliere Coletta le cause sono molteplici: «La città – afferma – si allaga ben oltre il percorso del tram ed anche a valle dello stesso. Le concause sono parecchie: prima di tutto il flop clamoroso dell’Amam, che nonostante abbia ricevuto 1 milione e 600mila euro l’anno per la manutenzione della rete, non ha fatto registrare miglioramenti rispetto alla precedente gestione comunale, per la quale il Comune destinava 100mila euro l’anno».
«Inoltre – aggiunge –, il sabotaggio del decentramento ad opera di De Luca, ha impedito il coinvolgimento delle circoscrizioni (quartieri) nella programmazione degli interventi sul territorio… e risultati si vedono. Non sono stati previsti gli investimenti necessari a potenziare o riparare la rete di smaltimento delle acque piovane. In più zone danneggiata o peggio, ostruita. Rete che risulta anche obsoleta in più punti. Infatti in molte zone del centro sono presenti impianti “misti”, in cui le acque piovane si riversano in vecchie condutture fognarie realizzate con impasti di cemento e amianto, realizzate negli anni ’20 e quindi danneggiate dal tempo e dagli agenti chimici».
«Non è stato previsto – conclude – un piano di manutenzione periodica e capillare che interessasse gli impianti presenti nelle zone collinari, dalle quali confluiscono ingenti quantità d’acqua che si riversano nella parte pianeggiante della città, allagandola e causando i danni che ben sappiamo. Inoltre andrebbero effettuate le prove idrauliche per verificare il regolare deflusso dell’acqua nelle condotte».
(Foto © Salvatore Nunnari)
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