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Regolamento TARI 2023 a Messina, Fratelli d’Italia: «Noi ci opporremo, ecco perché»

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Ancora non è approdato in Consiglio Comunale, ma il Regolamento del Comune di Messina per la TARI 2023 fa già discutere. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha già detto che voterà “NO”, salvo alcune modifiche.

Conferenza stampa per i consiglieri comunali del gruppo di Fratelli d’Italia, il capogruppo Libero Gioveni e i colleghi Dario Carbone e Pasquale Currò. All’ordine del giorno il Regolamento della TARI 2023 recentemente approvato dalla Giunta Basile. Tra le misure previste, l’eliminazione degli sconti per chi conferisce la raccolta differenziata presso le isole ecologiche, il pagamento del contributo per le seconde case tenendo conto nel numero delle persone che fanno parte del nucleo familiare. A questo link l’analisi del documento presentato dalla Giunta.

A dare il via è stato il capogruppo Libero Gioveni, che ha esaminato la delibera punto per punto: «L’eliminazione sullo sconto sulla TARI per chi conferisce nei centri di raccolta – ha esordito – non ha senso, perché non incide particolarmente sul PEF, sia sotto l’aspetto economico, sia sotto quello ambientale. Contestiamo, inoltre, le limitazioni che la Giunta ha previsto per la riduzione del tributo nelle case tenute a disposizione. Non comprendiamo come si possa far pagare la TARI sulla seconda in base a quante persone risiedono nella prima».

«I colleghi della maggioranza – ha proseguito – hanno già annunciato di avere pronti degli emendamenti. Intanto, non comprendiamo perché la bozza non sia stata condivisa con l’aula. Poi, sono state annunciate agevolazioni per famiglie che hanno nel proprio nucleo una persona invalida al 100%, cosa già prevista. Proponiamo di togliere la precisazione del 100%. E proponiamo agevolazioni per le famiglie indigenti e a basso reddito. Non capiamo perché in un comune “florido” economicamente non si possano inserire in bilancio delle risorse per le famiglie. Ci opporremo in maniera drastica in Consiglio Comunale – ha concluso. D’altronde, anche ARERA ha chiarito in una circolare che le agevolazioni per le famiglie a basso reddito sono necessarie».

Su questo punto è intervenuto il consigliere Dario Carbone: «Siamo passati – ha premesso – da una TARI che costava 30 milioni di euro a una che ne costa 60. È paradossale, soprattutto visto che la raccolta differenziata ci è stata presentata come un modo per pagare meno. Inoltre, il personale è per lo più destinato al porta a porta e spesso gli altri servizi sono appaltati a ditte esterne, anche spesso di fuori Messina». Fatte queste premesse, Carbone ha poi raccontato una segnalazione che gli è pervenuta: «Una persona mi ha raccontato di essere andata all’Ufficio preposto per richiedere l’agevolazione perché invalida al 100% e ultraottantenne. Le è stato risposto che ne avrebbe diritto, ma non c’è il bando da tre anni».

Regolamento TARI 2023 a Messina: contestazioni e proposte di Fratelli d’Italia

In particolare, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia dicono NO:

  • all’eliminazione dello sconto del 35% sulla parte variabile del tributo a chi conferisce nelle isole ecologiche i 60 kg annui pro-capite di rifiuti;
  • alle limitazioni che la Giunta ha previsto per la riduzione del tributo nelle case tenute a disposizione, che prevedono, in aggiunta al distacco Enel, anche il distacco delle utenze del gas e della fornitura idrica nonché l’assenza totale di arredi;
  • al pagamento del tributo per le seconde case tenendo conto del numero dei componenti del nucleo familiare del detentore dell’immobile;
  • alle agevolazioni previste esclusivamente per i nuclei che abbiano al loro interno una persona con invalidità al 100% (e non anche per le famiglie indigenti o a baso reddito).

Quali sono, invece le proposte? I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia chiedono di mantenere lo sconto del 35% sulla parte variabile per chi conferisce presso le isole ecologiche, così com’è stato finora; di eliminare la previsione per cui per le case tenute a disposizione, ma in cui non si abita, il contributo vada pagato sulla base del numero di persone che fanno parte del nucleo familiare (e abitano nella “prima casa”); di inserire agevolazioni per le famiglie a basso reddito.

 

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