Si riaccende la polemica su Taoarte a seguito della notizia di un possibile ingresso della Città Metropolitana di Catania nella Fondazione. A ridare fuoco alla miccia è il consigliere comunale Alessandro Russo, del PD, seguito dal Segretario Provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano. Entrambi accusano la Giunta capitanata dal sindaco di Messina Cateno De Luca di “miopia politica”.
Dopo una vicenda lunga e complessa, che ha visto contrapporsi ancora una volta l’Amministrazione e il Consiglio Comunale, la Città Metropolitana e il Comune di Messina si sono ritrovati di fatto fuori dalla Fondazione Taormina Arte, nonostante la volontà di rimanervi espressa con il voto in Aula dai consiglieri (che hanno di fatto competenza in materia). La questione è spiegata più nel dettaglio qui.
A seguito dei recenti sviluppi – che vedono un potenziale ingresso della Città Metropolitana di Catania all’interno di Taoarte –, il consigliere comunale Alessandro Russo ha inviato una nota in cui attacca l’Amministrazione De Luca e preannuncia una richiesta formale di intervento agli Organi competenti per risolvere la questione.
«La materia – scrive in proposito l’esponente del PD messinese – deve diventare motivo di accertamento degli Organi competenti (dall’Assessorato Regionale Enti Locali alla Prefettura – Area Enti Locali) per comprendere se sia corretto dal punto di vista della legittimità che la Giunta agisca in palese violazione di un deliberato di Consiglio, organo competente, ponendo in essere le misure che proprio nella delibera di Consiglio si volevano evitare».
Dopo l’affondo di Alessandro Russo, a commentare la vicenda, oggi, è il segretario provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano, che afferma: «La notizia del possibile ingresso della Città Metropolitana di Catania dentro la Compagine di Taoarte è l’emblema della miopia politica dell’Amministrazione Comunale di Messina che invece ha scelto di abbandonare la Fondazione. De Luca e la sua Giunta confermano la loro visione provinciale. Invece di utilizzare le opportunità legate alla kermesse taorminese, magari riportando qualche sezione in riva allo Stretto si è deciso di andare via, senza confrontarsi con i portatori di interesse dell’area metropolitana. Per rilanciare il territorio – conclude Siracusano – non servono dichiarazioni roboanti o atteggiamenti sopra le righe ma provare a cogliere le occasioni che possono venire da un settore strategico come quello della cultura. Che non ci si lamenti, dunque, se di fronte a Catania e Palermo, Messina rimane inevitabilmente una cenerentola sempre più trasandata».
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