Sono circa 30mila i metri cubi di sabbia che hanno reso inutilizzabile il porto di Tremestieri durante la sciroccata dei giorni scorsi. Dal 20 dicembre l’approdo è chiuso e tutto il traffico pesante è stato dirottato tra gli approdi privati e il porto storico, causano gli ormai noti problemi alla viabilità. Per ritornare alla normalità bisognerà però attendere il nuovo anno. I lavori di dragaggio, infatti, non inizieranno prima del 2 gennaio con l’obiettivo di liberare almeno uno scivolo per l’Epifania.
“Il danno è rilevante – ha spiegato a Normanno il segretario dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina-. Nelle ultime ore sono stati eseguiti diversi rilievi dai quali è emerso la necessità di utilizzare una draga più efficiente per iniziare le operazioni di rimozione della sabbia. Abbiamo, dunque contattato la ditta Lmd di Chioggia che inizierà i lavori dal 2 gennaio”.
Intanto, il Comune dovrà fare i conti con l’invasione dei tir in città. Il Comando di Polizia Municipale dovrà ricorrere agli straordinari per evitare il blocco della circolazione. I messinesi dovranno stringere i denti per altri due giorni. In occasione delle festività natalizie, infatti, il transito dei mezzi pesanti dovrebbe ridursi.
L’ennesimo insabbiamento del porto di Tremestieri è stato commentato duramente dal deputato Ncd Nino Germanà che chiede i nomi dei responsabili. “”Continuiamo ad assistere a questa vergognosa odissea di insabbiamenti e difficoltà al porto di Tremestieri e a pagarne lo scotto sono sempre e solo cittadini e territorio. Il nocciolo della questione sta tutto in un peccato originale del quale si è macchiato chi ha progettato e realizzato i lavori, ideando approdi inadeguati alle condizioni del territorio e dell’ambiente ove sarebbe sorto il porto. E, ad oggi, ancora e ancora, ne risponde Messina e non chi ha causato un danno alla città. Ci sono situazioni in cui è complicato individuare responsabili ma, in circostanze nelle quali esistono gare, si vincono appalti, chi ha progettato e realizzato le opere ha nome e cognome e una ragione sociale precisa”.
Andrea Castorina
(226)