Messina. Non si arresta il botta e risposta sull’attivazione della Stroke Unit all’IRCCS-Piemonte. Stavolta a intervenire è il Rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, con una nota pubblica in cui si dice solidale al pensiero dei 5 neurologi che si sono opposti all’apertura della struttura, aderendo pienamente alla richiesta di un tavolo tecnico per discutere approfonditamente della questione.
Riportiamo di seguito l’intera dichiarazione del Rettore:
«Ritengo doveroso intervenire sul dibattito di questi giorni in merito all’attivazione di una Stroke Unit presso l’IRCCS-Piemonte, che ha visto coinvolti anche alcuni colleghi neurologi del Policlinico universitario di Messina.
Ho sempre considerato necessario valutare qualsiasi intervento sulla base di un’attenta e rigorosa analisi dei suoi effetti in relazione agli obiettivi da raggiungere, facendo ricorso alle giuste competenze per comprendere i problemi e assicurare ad essi una corretta ed equilibrata valutazione. Ritengo questo metodo di lavoro ancora più utile quando si trattano materie delicate come quelle in cui è a repentaglio la salute e, perciò, la vita stessa dei cittadini.
Ho avuto modo in altre occasioni di esprimere tutte le mie perplessità sulla recente programmazione sanitaria formulata dal Governo regionale per la provincia di Messina. A mio parere, essa è stata sviluppata senza rispettare compiutamente le competenze e le professionalità esistenti nel territorio e, ancor peggio, è stata spesso condotta in modo irriguardoso per il benessere dei pazienti. Tali considerazioni hanno indotto il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Messina a deliberare un ricorso al TAR per l’annullamento del Decreto dell’Assessore della Salute recante norme sulla “Riorganizzazione della rete ospedaliera ai sensi del DM 2 aprile 2015, n.70”, attualmente in esame presso il Tribunale amministrativo di Catania.
Per quanto attiene all’istituzione di una Stroke Unit presso l’IRCCS-Piemonte, faccio mie le osservazioni espresse dai colleghi neurologi del Policlinico, non solo perché tale struttura è in parte figlia di una programmazione sanitaria che non condivido, ma anche per il fatto che le loro riflessioni sono il frutto di un’esperienza quotidiana maturata in decenni di attività svolta sempre con competenza e professionalità. Le loro valutazioni, pertanto, non possono che essere elemento imprescindibile per una rigorosa disamina dei termini della questione, nell’unico interesse della salute dei cittadini.
Pur tuttavia, non posso rimanere insensibile alla richiesta di un confronto sul tema e, ancora una volta, esprimo la piena disponibilità dell’Università di Messina a partecipare ad un tavolo tecnico per la ricerca di soluzioni condivise.
Sono consapevole, però, che si possa correre il rischio di vanificare ogni sforzo qualora i partecipanti al tavolo non esercitassero il loro ruolo in modo corretto e leale, anteponendo ai propri interessi quelli della collettività. A tal proposito, ritengo quanto mai importante il coinvolgimento delle Autorità Sanitarie Regionali in modo che qualsiasi provvedimento in merito fosse da esse preso anche alla luce dei risultati del lavoro svolto.
Nel caso in cui il tavolo di confronto prendesse corpo, auspico la partecipazione di medici esperti, la verbalizzazione di ogni seduta e la puntuale diffusione alla stampa del contenuto degli incontri».
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