Mili S. Pietro nasconde un gioiello sconosciuto ai più e da anni abbandonato al degrado. E’ la chiesa di S.Maria, fondata nel 1090 dal gran Conte Ruggero D’Altavilla che vi seppellì il figlio morto in battaglia. Si tratta di uno dei più antichi esempi dello stile Arabo Normanno in Sicilia. Un luogo di culto circondato dai resti di un antico monastero, oggi quasi soffocato da erbacce e rovi. Segno che la natura lentamente si riprende ciò che l’uomo lascia all’abbandono.
E l’abbandono spesso funge da richiamo per malintenzionati e vandali. Nel 2016 Qualcuno ha infatti danneggiato il portale settecentesco della Chiesa.
Il mese scorso, la politica locale è tornata ad accendere i riflettori sulla chiesa. La Commissione Cultura, presieduta da Piero Adamo, ha infatti riunito tutti gli attori interessati per il recupero dell’intera area. L’organo consiliare nei prossimi giorni approverà un atto d’indirizzo mentre l’assessore alla Cultura Federico Alagna si è detto pronto a fissare un tavolo interistituzionale. La chiesa è infatti è di proprietà del Ministero dell’Interno, patrimonio del Fondo edifici di culto.
Finora, gli unici a prendersi cura dell’area, che da alcune settimane è tornata ad essere illuminata, è l’associazione Ionio che gestisce il piazzale esterno.
Andrea Castorina
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