Via il cartello “Vietato l’accesso agli asini volanti” dalla stanza di Palazzo Zanca del Sindaco di Messina, Cateno De Luca. A rimuoverlo per «ridare dignità al Consiglio Comunale», il consigliere comunale di centro-destra, Salvatore Sorbello, che si è poi recato dall’Arcivescovo, Mons. Accolla, per consegnarglielo. Secca la replica del Primo Cittadino: «Che problema c’è? Oggi lo rimetteremo».
Lo scorso febbraio 2021, si ricorderà, a seguito dell’ennesimo scontro tra Giunta e Consiglio Comunale, il sindaco Cateno De Luca ha affisso sulla porta della propria stanza al Municipio un cartello raffigurante un asino volante all’interno di un divieto di accesso, in segno di rottura con l’Assemblea. Da allora, infatti, il Primo Cittadino ha raramente presenziato ai lavori d’Aula. Il cartello è rimasto affisso fino a ieri, quando il consigliere comunale Salvatore Sorbello è andato e l’ha rimosso.
Dopo un primo scambio di battute con un agente della Polizia Municipale – che ha ribattuto «dal cartello non si evince che si riferisce a voi» – e con l’assessore allo Sport e allo Spettacolo, Francesco Gallo, l’esponente del Consiglio Comunale ha rimosso il foglio: «A Palazzo Zanca c’è il divieto di affissione. Se non rimuovete voi il cartello chiamo i Carabinieri». Nessuno ha voluto rimuoverlo, Gallo ha parlato di “libertà d’espressione” e ha ironicamente aggiunto: «Se è a corto di argomenti per le sue dirette io non la posso aiutare».
Alla fine, Salvatore Sorbello ha fatto da sé e rimosso il cartello. Lasciato Palazzo Zanca, il consigliere comunale si è quindi recato dall’Arcivescovo di Messina, Mons. Accolla, per consegnargli il foglio, reputato offensivo nei confronti dell’Istituzione rappresentata da lui e dai suoi colleghi. «Ho ritenuto – ha spiegato il Consigliere – di dover togliere quel cartello e l’ho consegnato nelle mani di sua Eccellenza l’Arcivescovo della città di Messina. Era presente, per una pura casualità, anche il prefetto Cosima Di Stani, cui ho spiegato la situazione. Entrambi hanno invitato alla calma, sono istituzioni che non possono essere strumentalizzate né da me, né da nessun altro».
«Quel cartello – ha concluso – era un’offesa per il Consiglio Comunale e per la città, che rappresentiamo. E visto che quella non è casa sua, ma il Palazzo Municipale, il Sindaco non aveva il diritto di appendere quel cartello. Ho ritenuto di doverlo staccare per ridare dignità al Consiglio Comunale».
Secca la replica del Primo Cittadino, che sui social ha scritto: «Mi hanno detto che un asino volante avrebbe strappato il divieto di ingresso nella mia stanza per tutti gli asini volanti. Oggi lo rimetteremo, che problema c’è?».
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Perché non lo si sfiducia?