Sono 6.173 i beneficiari della Social Card INPS “Dedicata a te” a Messina: a comunicarlo è Palazzo Zanca, che lancia una piattaforma attraverso la quale è possibile scoprire se si rientra tra chi ha diritto al contributo da 382 euro. «Questa piattaforma – commenta il sindaco Federico Basile – rientra nell’ambito del processo di semplificazione e di vicinanza alla cittadinanza di questa Amministrazione con l’obiettivo di avvicinare i cittadini ai servizi pubblici digitali e semplificare i relativi adempimenti». Vediamo come funziona.
“Ho diritto alla Social Card INPS?”: la piattaforma per scoprirlo a Messina
Già da lunedì 18 luglio in Sicilia è possibile ritirare la Social Card INPS. La carta “Dedicata a te”, disponibile negli uffici di Poste Italiane, è destinata a Messina a 6.173 beneficiari, che avranno quindi diritto al contributo da 382 euro.
Per aiutare i cittadini a capire come muoversi, Palazzo Zanca ha iniziato, intanto, ad inviare raccomandate direttamente a casa delle persone che hanno diritto alla Social Card INPS; inoltre, ha predisposto una nuova piattaforma digitale che consente di verificare online se si è tra i 6.173 beneficiari di Messina. Per accedere al portale basta collegarsi al sito dedicato ed eseguire il login con SPID o CIE (Carta di identità elettronica).
Soddisfatto l’assessore Roberto Cicala: «Un ulteriore passo in avanti di un percorso che abbiamo programmato con l’obiettivo di agevolare il cittadino nella fruizione dei servizi attraverso la consultazione telematica, come ad esempio è stata la piattaforma Dove voto, che ha reso semplice al cittadino l’individuazione della propria sezione elettorale, e proseguiremo per il raggiungimento della digitalizzazione di tutti i servizi».
A commentare, anche l’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Calafiore: «Uno strumento – afferma – che reputo assolutamente utile ed efficace per tutti coloro che in questi giorni aspettano di ricevere il contributo sotto forma di carta acquisti, il cui scopo principale è quello di contrastare le condizioni di povertà estrema».
(3498)