L‘integrazione della Metroferrovia inserita nel piano e nelle brochure informative di ATM non sarebbe altro che un bluff, o peggio, una “pubblicità ingannevole”: a dirlo sono i sindacati che puntano il dito contro la linea De Luca-Campagna per il trasporto pubblico, definendolo un “capolavoro che dà il senso dell’improvvisazione”.
Ma facciamo un passo indietro. Nel nuovo piano di esercizio dell’ATM è prevista un’integrazione tra le linee dei bus e la Metroferrovia. Per verificarlo basta consultare il sito dell’Azienda Trasporti di Messina, dove sono elencate, tra le altre cose, anche le fermate di interscambio. Vale a dire le linee che coprono la zona Sud in cui viaggia anche la Metroferrovia, ovvero: 1 (shuttle), 2 (Altolia-Briga), 3 (Pezzolo), 4 (S. Stefano Briga), 5 (Mili – Galati); 6 (Tipoldo); 7 (Zafferia), 1N (Notturno).
Ma, secondo quanto evidenziano da Filt Cgil e Uiltrasporti l’integrazione sarebbe “fasulla” perché, spiegano: «Nel 90% dei casi non vi sono né fermate di interscambio dei bus nelle vicinanze delle 10 stazioni di Metroferrovia né orari in coincidenza tra bus e treno, né ovviamente integrazione tariffaria, come ampiamente risaputo. Insomma – concludono – un bluff».
In particolare, Carmelo Garufi e Michele Barresi, segretari generali di Filt Cgil e Uiltrasporti Messina, puntano l’attenzione sulla linea 1, lo Shuttle: «Ci chiediamo – scrivono in merito – il senso di considerare l’integrazione con lo Shuttle nel percorso a Sud che si sovrappone alla stessa Metroferrovia. Questo rende i due servizi alternativi, non complementari».
«Fa addirittura sorridere – aggiungono – come l’ATM preveda l’integrazione con il bus notturno (1N) che circola in orari dove la Metroferrovia non espleta più servizio, considerato che l’ultima corsa da Giampilieri è alle 19.50».
«L’integrazione di ATM con il servizio Metroferrovia – proseguono – è una notizia che attendiamo da tanto, già dai tempi dell’Amministrazione Buzzanca, ma serve una concreta azione amministrativa e non propaganda, serve trovare, nell’interlocuzione con la Regione, risorse adeguate per l’integrazione tariffaria dei biglietti e un piano vero condiviso con Trenitalia per coincidenze orarie che siano funzionali alle esigenze dell’utenza».
Un’ultima stoccata i due segretari la rivolgono alla missione romana del sindaco Cateno De Luca: «Serviranno 200 milioni di euro per eliminare questo tram e per passare ad una nuova tipologia di trasporto – ricordano i sindacati, richiamando le dichiarazioni del Primo Cittadino. Il Sindaco ha parlato di un filobus quindi ci ritroviamo a passare dal fantasmagorico e avveniristico tram volante al preistorico filobus».
«Insomma – concludono – fughe in avanti per sedare la piazza che si è opposta alla chiusura del tram, ma anche un nuovo immancabile balletto sui numeri dei bilanci e dei debiti dell’ATM che De Luca ha deciso di mettere in liquidazione. Il Sindaco continua a dimenticare i crediti esigibili, garantendo però credibilità ad un Collegio dei Revisori dei Conti che in ATM sembra essere buono per tutte le stagioni».
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