Messina. L’ex assessore allo Sviluppo Economico Guido Signorino replica alla smentita di Emilia Barrile sull’articolata vicenda dei 51 milioni di euro presenti, nella cassa comunale, al momento del passaggio di consegne fra Renato Accorinti e il nuovo sindaco Cateno De Luca.
I messinesi hanno accolto con un misto contrastante di reazioni l’informazione che l’amministrazione Accorinti avesse “lasciato” 51 milioni di euro nelle casse del Comune alla fine del suo mandato: c’è chi ha lodato questa capacità di gestire in modo saggio le risorse economiche e chi, invece, si è chiesto perché non fossero stati investiti nei servizi di prima necessità per Messina, come la pulizia delle strade o la manutenzione di impianti e infrastrutture.
A spiegare la provenienza di tale denaro e cosa rappresentassero i 51 milioni di euro nella cassa del Comune ci ha pensato proprio l’ex assessore allo Sviluppo Economico Signorino al quale, sempre ieri, ha replicato – con toni di smentita – il Presidente del Consiglio comunale uscente Emilia Barrile.
Oggi, 29 giugno, Guido Signorino replica nuovamente e sottolinea come “la smentita sia in effetti una conferma (del buon operato, ndr)”.
Riportiamo di seguito, integralmente, la nota dell’ex Assessore allo Sviluppo Economico di Messina:
«L’ormai “quasi ex” Presidente del Consiglio Emilia Barrile, volendoli smentire, conferma i grandi passi avanti fatti in cinque anni dal Comune nella gestione della cassa che, partendo da una situazione di conclamata, patologica, continua deficitarietà è passata oggi a una condizione di ordinaria tranquillità. L’avanzo che quest’anno viene lasciato alla nuova amministrazione è frutto, dice la Barrile, del “trasferimento ordinario dello Stato, che annualmente da Roma viene versato ai Comuni”. Ed è proprio questo il punto: il trasferimento ordinario, versato ogni anno dallo Stato, c’era anche nel 2013, quando la cassa era in profondo rosso e si avvaleva anche di una anticipazione straordinaria (allora sì, oggi no) di 14 milioni concessa dal Governo.
La differenza è che nel 2013 la cassa, malgrado il trasferimento ordinario regolarmente pervenuto e malgrado l’anticipazione straordinaria di 14 milioni, era in deficit per 50 milioni, mentre oggi c’è un avanzo di 51 milioni. La differenza è che nel 2013 si ricorreva all’anticipazione di tesoreria per 365 giorni l’anno, mentre nel 2018 non c’è stato un giorno di anticipazione (con conseguenti notevoli risparmi sugli interessi). E nel frattempo sono stati allineati i pagamenti alle partecipate, pagati regolarmente gli stipendi, stabilizzati i precari, restituiti i 14 milioni. Ovviamente nel saldo di cassa non c’è (e non c’era) solamente il trasferimento ordinario: ci sono anche la prima rata dell’IMU e le altre entrate ordinarie del Comune maturate nel primo semestre. La differenza col passato è però che nel 2013, senza il trasferimento ordinario e l’anticipazione straordinaria di liquidità, la cassa sarebbe stata in deficit per oltre 110 milioni di euro; oggi invece, anche se non fosse pervenuto il trasferimento ordinario, al netto dell’anticipazione (restituita), la cassa sarebbe in pareggio. Un progresso non da poco. Difficile dire che nulla sia cambiato.
Evidentemente i fatti confermano lo strutturale miglioramento intervenuto in questi 5 anni.
Strano che una politica di tanta esperienza si sia prestata a qualche suggeritore che le ha passato interpretazioni sbagliate di fatti che confermano invece la bontà del lavoro svolto. Strano che un personaggio così avvertito non abbia saputo vagliare la qualità dell’informazione ricevuta. Senza voler entrare nella sua sfera privata è possibile che, contrariamente a quanto dichiarato all’indomani del voto, Emilia Barrile non voglia accontentarsi di un futuro solo da nonna. E potrà essere un bene perché, assieme a tutta la città, potrà concorrere al monitoraggio e alle proposte per l’azione della nuova amministrazione. Magari però prestando maggiore attenzione alla valutazione delle informazioni ricevute».
A chi chiede, poi, su Facebook chiarimenti per capire se la situazione fosse simile al momento del subentro, nel 2013, dell’amministrazione Accorinti, Signorino risponde: «Il passaggio di consegne è stato effettuato nel 2013 esattamente nello stesso periodo di quest’anno (il 25-26 giugno), per cui le condizioni di riscossione erano perfettamente identiche. Al Comune erano pervenute tutte le entrate del primo semestre: dal trasferimento ordinario all’IMU alle altre riscossioni; tra l’altro la prima rata della TARI (non presente a giugno 2013) in realtà non è ancora maturata: la scadenza è al 30 giugno e i versamenti giungono in cassa con 4-5 giorni di ritardo, per cui non sono contabilizzati il 25 giugno (e, in ogni caso, l’alterazione del risultato sarebbe credo di una decina di milioni su circa 115 di differenza).
Il confronto quindi è assolutamente corretto; sarebbe stato viziato se si fosse trattato di un periodo diverso (esempio, fine giugno – fine agosto), quando il ritmo dei pagamenti e delle riscossioni è ovviamente diverso, ma raffrontare le consegne ricevute il 25 giugno 2013 con quelle lasciate il 26 giugno 2018 è totalmente corretto e non potrebbe farsi nessun raffronto differente, se non a parità di data.»
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