ruggero razza, assessore alla salute della regione siciliana

Sicilia in zona arancione, Razza: «Chiederò spiegazioni all’Istituto Superiore di Sanità»

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Secondo l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza, il livello di occupazione dei posti letto covid in Sicilia non giustificherebbe la collocazione dell’Isola nella zona arancione. Per questo motivo, l’esponente del Governo Musumeci ha deciso di interpellare direttamente il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, per capire le ragioni di questa scelta.

Non si placano le polemiche generate dal posizionamento della Sicilia nella “zona arancione”. Dopo il presidente Nello Musumeci, che già nella serata di ieri – mercoledì 4 novembre – ha annunciato che chiederà un passo indietro all’esecutivo, è il turno dell’Assessore alla Salute di affrontare la questione.

«Nella mattinata di oggi – annuncia Ruggero Razza sui socialmi confronterò con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità in ordine alle ragioni che hanno determinato la “zona arancione” in Sicilia».

Nel dare questa comunicazione, l’Assessore alla Salute pubblica i dati riguardanti i posti letto contenuti nel report settimanale usato da Roma per decidere sulla collocazione delle Regioni nelle diverse zone: «Come vedete – scrive – i nostri indici di occupazione erano ben al di sotto della soglia di allerta. E, riferendosi i dati alla scorsa settimana, essi non tengono neppure in considerazione il piano approvato dal Comitato tecnico scientifico che li aumenta ancora di più. Sono fatti, non analisi».

Per completezza, va aggiunto che, in ogni caso, gli esperti del Ministero non hanno usato solo i dati riguardanti i posti letto (in terapia intensiva e non) per prendere le decisioni comunicate ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sono stati considerati, infatti, 21 fattori (tra cui il numero di casi sintomatici notificati per mesi, il numero dei casi con storia di ricovero ospedaliero, il numero di strutture residenziali socio-sanitarie che riscontrano almeno una criticità settimanale, percentuale di tamponi positivi, tempo tra data di inizio dei sintomi e data della diagnosi, ecc) e l‘indice Rt.

 

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