Il parere appare unanime: per gli avversari politici, dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, al Movimento 5 Stelle, passando per il PD, il passaggio della Sicilia in “zona arancione” deriverebbe dalle mancanze della Regione: «Dobbiamo questa condizione – ha sottolineato il segretario regionale del Partito Demogratico – al governo Musumeci che in un anno non è riuscito a realizzare le terapie intensive».
La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, 21 gennaio 2022, da lunedì 24 la Sicilia sarà in “zona arancione” insieme ad altre tre regioni. E se le visioni politiche del Primo Cittadino di Messina, del M5S e del PD sono ben diverse, su una cosa sono d’accordo. La “colpa” di tutto questo sarebbe un «fallimento» attribuibile al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
Cateno De Luca: «Colpa della “fisarmonica”. Non si è proceduto ad ampliare effettivamente i posti letto»
Immediato, ieri sera, il commento al vetriolo del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha subito attaccato il presidente della Regione, Nello Musumeci: «Abbiamo saputo che la Sicilia entra in “zona arancione” per colpa della “fisarmonica”. L’operazione di prendere posti letto dall’attività ordinaria degli ospedali e destinarli ai ricoveri covid-19. Questo ha fatto emergere la nostra debolezza strutturale, che c’era già nella prima fase della pandemia. Al di là del tema che l’80% è rappresentato da ricoverati che non sono vaccinati. Qui abbiamo proprio la testimonianza di come non si è proceduto ad ampliare effettivamente i posti letto. La situazione nelle scuole, parlo di Messina, è sotto gli occhi di tutti. Il contagio oggi ha avuto una percentuale di positività più bassa rispetto al picco di ieri. La situazione è altalenante».
Barbagallo (PD): «Governo Musumeci in un anno non è riuscito a realizzare le terapie intensive»
Per il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, la “colpa” è tutta del governo Musumeci: «La Sicilia è in zona zona arancione. Dobbiamo questa condizione al governo Musumeci che in un anno non è riuscito a realizzare le terapie intensive, come al solito promesse non realizzate. Ma il governatore che di giorno promette e di sera urla alla luna pensa solo ai fatti suoi, alla sua improponibile ricandidatura mentre l’assessore alla salute, Razza, ha fatto meno di niente per aumentare le terapie intensive, incrementare il personale medico e sanitario e coinvolgere i medici di famiglia».
«E non posso non sottolineare – ha concluso – i gravi ritardi nell’edilizia sanitaria con appalti bloccati e ospedali in sofferenza. Su 79 cantieri aperti solo meno del 10% sono quelli completati».
Il M5S: «Musumeci e Razza non hanno mai pensato seriamente a fronteggiare l’emergenza Covid»
A commentare, poi, i deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della commissione Sanità all’Ars, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Antonio De Luca e Salvo Siragusa: «Era abbastanza prevedibile che, restando a sonnecchiare per mesi e mesi davanti a tanti campanelli d’allarme, prima o poi il disastro sarebbe arrivato. E così è stato: la Sicilia in zona arancione è l’ennesima, amarissima conferma che la coppia perdente Musumeci-Razza non ha mai pensato seriamente a fronteggiare l’emergenza Covid».
«Niente potenziamento delle terapie intensive – aggiungono – e niente nuove strutture sanitarie, screening e tracciamento andati rapidamente in tilt. E potremmo continuare, ma i siciliani purtroppo vedono ogni giorno con i loro occhi cosa significa avere un presidente della Regione che guarda esclusivamente al proprio futuro politico (e cambia idea ogni giorno) e un assessore della Salute che nel suo ambito di competenza non è stato in grado di programmare nulla, figuriamoci prevenire».
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Sigg.,
è fin troppo facile puntare il dito e deresponsabilizzarsi, la situazione gestita dal Presidente Musumeci e dal Suo staff non è stata, non è e non sarà affatto facile come non lo è stato, non lo è e non lo sarà a livello nazionale.
Non è giusto ascrivere al Presidente Musumeci una responsabilità che ricade solo ed esclusivamente sulla volontà dei siciliani.