La Sicilia si mobilita contro la possibilità di un deposito di rifiuti radioattivi in Regione. Si è svolto ieri, martedì 12 gennaio, l’incontro (online) organizzato dal Collettivo di Ecologia Politica di Palermo per dar vita ad una vera mobilitazione, una manifestazione in programma per il 6 marzo 2021. Un centinaio le persone connesse alla piattaforma, in rappresentanza di associazioni, comitati e istituzioni locali, mentre diverse migliaia hanno potuto seguire la diretta su Facebook.
Lo scorso 5 gennaio – con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – è stata pubblicata la Cnapi (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico), una mappa al cui interno sono contenute 67 aree sparse in tutta Italia in cui si ritiene possibile istituire un deposito per i rifiuti nucleari. Tra queste, anche alcune zone della Sicilia (Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula e Petralia Sottana, Butera).
Immediata la protesta di cittadini e forze politiche. La Regione Siciliana è al lavoro su un documento da presentare al Governo per opporsi alla creazione di un deposito di rifiuti nucleari sul territorio; ma nel frattempo ci si sta muovendo anche “dal basso”. Ieri, infatti, si è svolto il primo incontro per costruire la mobilitazione contro il deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Sicilia.
«L’analisi condivisa – spiegano gli organizzatori – , è che la costruzione del deposito di scorie non rientra minimamente nella vocazione e nelle caratteristiche della Sicilia; che, più in generale, l’idea di selezionare un unico territorio in cui raccogliere tutti i rifiuti speciali d’Italia sia da contestare con ogni mezzo. In molti, soprattutto i membri dei comitati e alcuni tecnici, hanno elencato le ragioni specifiche del No al deposito a Butera, Trapani, Calatafimi-Segesta e nelle Madonie. Fra le tante: l’elevata sismicità dell’isola, la vocazione agricola e turistica dei territori, la vicinanza a Parchi naturalistici o ad aree archeologiche».
Ad intervenire, Tiziana Albanese del comitato “Mai depositi radioattivi Madonie”: «La notizia dell’individuazione di quattro aree in Sicilia idonee alla costruzione del deposito – ha dichiarato – ci pone davanti alla necessità di mobilitarci. L’incontro di ieri è stato un primo momento in cui programmare le prossime mosse. Si è costituito un coordinamento regionale permanente che lavorerà alla costruzione di una manifestazione giorno 6 marzo, data di scadenza delle consultazioni e delle controdeduzioni presentate dalle istituzioni locali e regionali- a Palermo, davanti l’Ars».
A seguire, Marco Castrogiovanni del comitato “Mai depositi radioattivi- Butera” ha affermato: «Il nostro è un “No” unanime al deposito nazionale di rifiuti nucleari. Peraltro proprio la zona di Butera e il litorale tra Licata e Gela è già sotto attacco per effetto dei progetti di trivellazione e Gela, in particolare, vive da decenni una situazione di rilevante criticità ambientale per via della presenza del polo petrolchimico. Qui, come a Scicli, Milazzo e nel quadrilatero della morte Augusta-Priolo-Melilli-Siracusa, servirebbero opere di bonifica, non di certo un nuovo ecomostro».
Conclude Massimo Fundarò di “Mai depositi radioattivi in provincia di Trapani”: «Lavoreremo affiancati da tecnici ed esperti per presentare le ragioni del No al deposito a Trapani e a Calatafimi-Segesta. Contemporaneamente ci impegneremo a rafforzare il coordinamento regionale che si è creato. Siamo un fronte unico contro il deposito, per la difesa del nostro territorio e della salute di chi lo abita».
L’evento si è svolto online a causa delle restrizioni riguardo gli spostamenti all’interno della Sicilia in zona arancione. All’incontro, organizzato dal Collettivo di Ecologia Politica di Palermo, sono intervenuti i comitati popolari “Mai rifiuti radioattivi” delle Madonie, di Trapani e di Butera, zone interessate dalla possibile costruzione del deposito di scorie, il Presidente dell’Unione dei Comuni madoniti, il Sindaco di Bompietro, quello di Alcamo, di Caltanissetta, di Resuttano, di Marianopoli, il Presidente dell’Ente Parco delle Madonie, diversi attivisti di comitati siciliani per la difesa del territorio, singoli cittadini e associazioni come WWF Sicilia Nord occidentale, A Sud Sicilia, Extinction Rebellion Palermo – Sicilia, Plasticfree (Palermo), Si Resti Arrinesci, Palma Nana, Ecomuseo Mare Memoria Viva, Comitato salviamo l’Oreto, Comitato Cittadino Vulcania Ambiente, Aps Amuní Calatafimi, Antudo.
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