Troppe persone in viaggio — da, per e all’interno della Sicilia – per le prove del concorso per l’insegnamento a scuola, previste tra il 22 ottobre e il 16 novembre 2020: a lanciare l’allarme sono i sindacati, preoccupati che gli spostamenti possano aumentare i rischi e la diffusione del coronavirus. La soluzione, scrivono, è una: sospendere tutto e riprogrammare le prove nelle province di appartenenza dei candidati.
In questi giorni, molti insegnanti si stanno spostando dalla propria città di residenza per raggiungere le diverse sedi in cui si svolgono le prove del concorso straordinario di ruolo per la scuola secondaria di I e II grado. Le prime sono state previste già per la giornata di oggi.
Per la precisione – scrivono i segretari sindacali Adriano Rizza (Cgil), Francesca Bellia (Cisl Scuola), Claudio Parasporo (Uil Scuola), Michele Romeo (Snals Confsal Sicilia) e Loredana Lo Re (Fgu Gilda Unams Sicilia) – si tratta di 1.111 docenti siciliani in viaggio per raggiungere altre città d’Italia e di 2.547 che dovranno recarsi in sedi dislocate sull’Isola. «Non solo – aggiungono i sindacati –, è previsto anche l’arrivo di 1.316 candidati di altre regioni, ad esempio, a Caltagirone e a Randazzo, quest’ultima area dichiarata già zona rossa».
«Il Ministero della Pubblica Istruzione – specificano le sigle sindacali – ha previsto lo svolgimento delle prove con la formula delle aggregazioni territoriali, criterio basato solo sui posti messi a bando e non sul reale numero dei partecipanti. Abbiamo registrato con stupore la presa di posizione della Ministra Lucia Azzolina che ha annunciato il divieto di proroga della prova per i docenti posti in quarantena alla data del concorso. Un’affermazione pericolosa perché qualche candidato disperato potrebbe violare la misura restrittiva».
«Visto l’evolversi della situazione – concludono Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal Sicilia ed Fgu Gilda Unams Sicilia – riteniamo opportuno il rinvio del concorso da effettuare in una fase meno acuta».
(Foto © Ansa)
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