É stata approvato il disegno di legge che obbliga i deputati, assessori regionali, sindaci e consiglieri comunali a dichiarare la loro eventuale iscrizione a logge massoniche. La norma proposta dalla commissione Antimafia con a capo Claudio Fava, è passata all’Assemblea Regionale Sicilia con trentanove voti a favore e due contrari.
«La Sicilia è la prima regione d’Italia – racconta il presidente dell’Antimafia regionale, Claudio Fava, autore del disegno di legge – ad avere una legge di questo tipo; nonostante le fortissime pressioni in senso contrario, abbiamo affermato un dovere di trasparenza e di responsabilità che adesso andrebbe esteso a tutte le cariche elettive in Italia».
Nel dettaglio i componenti della Giunta regionale e comunali, che appartengono a logge massoniche, avranno 45 giorni dall’insediamento per comunicare la propria appartenenza. La norma recita che questi sono “tenuti a depositare, presso l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, una dichiarazione, anche negativa, sull’eventuale appartenenza a qualunque titolo ad associazioni massoniche o similari che creano vincoli gerarchici, solidaristici e di obbedienza, precisandone la denominazione, qualora tale condizione sussista”.
Ad appoggiare la legge sono stati il Movimento 5 Stelle e una parte del Partito Democratico mentre i capigruppo di Unione di Centro e Fratelli di Italia hanno mantenuto una posizione di disaccordo, schierandosi contro la norma. A motivare il “no” del Presidente del Udc, Eleonora Lo Curto, e del Presidente di Fdi, Antonio Catalfano, è il dubbio che la legge possa essere incostituzionale e discriminatoria.
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Dovrebbero anche dichiarare di non far parte di cosa nostra e di non esserne collusi. La storia insegna che molte volte tra massoneria e cosa nostra lo spazio è molto sottile e strategicamente funzionale per entrambe.