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Se Messina è “babba”, Taormina fa la furba e le frega i crocieristi

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crocieristiQuanto “spreco di turisti” a Messina; quante opportunità di spesa per la città che non sa trattenerli. “Opportunità” che, macchina fotografica al collo e denaro in tasca, salgono a bordo di un pullman, prendono la A18 e raggiungono Taormina.

 

Proprio Taormina, infatti, al 31 dicembre chiuderà un “anno sociale” da record: è pronta a tagliare il traguardo del milione di visitatori. L’affluenza nella “Perla della Jonio” è considerevolmente aumentata grazie all’incremento del crocierismo concentrato sul porto di Messina, che a quanto pare, ama le navi, ma non anche i passeggeri.

A partire dal 2010, lo scalo crocieristico di Messina ha visto aumentare vertiginosamente il numero di presenze, riuscendo a classificarsi tra gli otto porti italiani capaci di movimentare 500.000 diportisti. Quest’anno, tra quelli siciliani, Messina è stato lo scalo più “toccato” con 228 approdi e 501.316 passeggeri (+14%), seguito da Palermo con 189 approdi e 410.999 passeggeri che hanno conferito un salto del +16%, mentre Catania ha “sofferto” con 102 approdi e 231.765 passeggeri (-20%) e Trapani ha riscontrato 88 approdi e 71 mila passeggeri.

La città dello Stretto, dunque, è diventata lo scalo turistico più importante dell’intera Regione. In effetti, i cittadini messinesi sono ormai abituati a vedere in porto colossi super lusso; a Messina attraccano compagnie scandinave, francesi, e le più famose compagnie Costa, MSC e Royal Carabbean.

Davanti a questi dati, però, la domanda sorge spontanea: come è possibile che a Messina non si batte cassa?

La città avrebbe dovuto trovare nei crocieristi il suo “petrolio”, una fonte continua di ricchezza, migliaia di turisti in vacanza pronti ad aprire il portafoglio, invece, i passeggeri scendono dalla nave e salgono immediatamente sui pullman diretti proprio a Taormina, dove si fermano sì, per qualche ora, ma sono ore “d’oro”.

Giusto per rendere più chiara la situazione, solo negli ultimi tre mesi sono stati quasi 1500 gli autobus che hanno trasportato i crocieristi a Taormina per un giro d’affari esorbitante.

In poche parole: Messina riempie le tasche a Taormina per poi chiedere le elemosina per garantire il minimo dei servizi ai suoi cittadini. E la politica locale sta ancora a litigare su questioni inutili.

Non sarebbe più giusto fare in modo che questa immensa risorsa turistica arrivi e si fermi anche a Messina?

A Taormina si sta in un brodo di giuggiole, coi commercianti che, complici anche le temperature ancora estive ormai sotto Natale, hanno aperto le porte ad una media di 20.000 clienti al mese.

Quindi, in città si lasciano chiudere le saracinesche per rimpolpare i negozi di Corso Umberto a Taormina. Non si offenda Messina se poi viene chiamata “città babba”.

Giovanna Legato

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