Scuole chiuse: la lettera di un’insegnante di Messina ai genitori

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Scuole chiuse e bimbi a casa per il contenimento del coronavirus. Daniela La Fauci, insegnante di Messina, invia una lettera ai genitori dei suoi alunni per invitarli a fare tesoro del tempo che trascorreranno con loro e ad approfittarne per conoscersi, confrontarsi e per insegnare ai più piccoli come affrontare le paure con coraggio e consapevolezza.

Le misure disposte dal governo nazionale per fronteggiare l’emergenza coronavirus e contenerne il più possibile la diffusione hanno toccato tutta Italia. Dal 5 e fino al 15 marzo, le scuole di tutto lo Stivale, comprese quelle di Messina e provincia, resteranno chiuse.

Nella consapevolezza delle difficoltà organizzative e logistiche in cui sono incorsi molti genitori, una docente di una scuola elementare della città dello Stretto (l’XI Istituto Comprensivo di Gravitelli) ha voluto lanciare un messaggio per invitare chi può ad approfittare di questi giorni per trasformarli in qualcosa di costruttivo, in un’occasione per stare insieme e rafforzarsi, in un’esperienza di crescita e maturazione per i più piccini, ma anche per i più grandi.

La lettera di Daniela La Fauci, insegnante di Messina

«In questo straordinario momento di sospensione delle attività scolastiche, vorrei suggerire delle strategie di intervento educativo sui bimbi a casa: intanto cogliete l’occasione per ottimizzare questo tempo a casa con sane ed educative letture.

Sanifichiamo anche i “tempi liberi” dei nostri figli: cercate di evitare che si inchiodino alle consolle. Facciamo che questi momenti diventino occasione di confronto: facciamo staccare loro – e stacchiamo anche noi – whatsapp (prende troppo tempo, spesso sterile, o inutile, se non, addirittura, dannoso!).

Fate scrivere ai vostri figli dei pensierini su questo momento storico e non alienateli dalla realtà: sono in età scolare e anche loro devono sviluppare, compatibilmente con la loro età e sensibilità, una consapevolezza che li renda bambini che si stanno formando alla società e al mondo.

Il coronavirus va vissuto in maniera matura: da casa, vista la contingenza, facciamo che sia (ahinoi, malgrado tutto) almeno un’occasione di crescita e maturazione. Non facciamo che lo vivano come una guerra degna delle saghe di Dragon Ball, o una privazione di tempo per gli spazi individuali (soprattutto per gli adulti!) all’interno delle famiglie.

Prendiamo questa sospensione da tutto, per il recupero di quegli spazi che, per i ritmi concitati a cui il mondo del lavoro ci aveva sottoposto, avevamo smarrito. Lettura, confronto, dialogo…e, perché no, un po’ di ozio ( creativo!). Non dovete accompagnare i vostri figli a destra e sinistra: sediamoci accanto a loro e… commentiamo il telegiornale insieme.

Non terrorizzatevi: non si impressionano. Sono più impressionanti le frasi e i video degli influencer di Youtube che inducono a malsani comportamenti. Insegniamo loro a fronteggiare le difficoltà, insieme. A sviluppare la riflessione, quella costruttiva, che induce a pensare quanto sia utile lo studio, quello vero, che tanto serve a un Paese, che ha bisogno di grandi scienziati e pensatori, “studiosi” veri, tali da riuscire a scoprire il vaccino che possa, finalmente, contrastare la diffusione di un virus, microscopico, ma dalla pericolosità planetaria.

E dopo, cari genitori, fate  esprimere i vostri bimbi coi loro pensieri, per iscritto, con i disegni, con il dialogo a casa, dietro un piatto di minestra, tutti seduti a un tavolo, senza, in questi giorni, rincorrere il tempo, visto che in questi giorni – dove tutto è sospeso – non dobbiamo rincorrere il tempo.

Che sia, almeno, occasione per prendere questo tempo per loro, i nostri figli. Siete nella stessa casa, guardatevi negli occhi, leggete, parlate: questo ottimizzerà ogni paura.
I vostri bimbi sanno che a scuola noi insegnanti lavoriamo tanto per la loro crescita e maturazione: lavoriamo per questo, non per fare loro dei bambini da spot o video-social.
Vivendo in maniera costruttiva questo tempo, rispettando sempre la loro sensibilità, e aiutandoli e seguendoli seriamente, usciranno da questa esperienza, non consumati da un tempo morto e inutile, ma sollecitati da un tempo di prova, costruttivo e di maturazione».

Daniela La Fauci, insegnante

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