Scritte offensive contro il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega, sono state rinvenute nella mattinata di ieri, 16 giugno, al porto di Reggio Calabria e sul cancello di via Candeloro. «Sembrerebbe, a tutti gli effetti, un vile tentativo di intimorirlo», commentano i parlamentari del Movimento 5 Stelle di Messina e Reggio Calabria.
Le scritte sono state rinvenute sui muri perimetrali del Porto. L’Autorità Portuale, nella giornata di ieri, ha comunicato di aver informato dell’accaduto le autorità competenti e ha ribadito l’intenzione di non lasciarsi influenzare dall’accaduto e di andare avanti con il proprio lavoro. Ad esprimere solidarietà al presidente Mega, i parlamentari di Messina Francesco D’Uva, Barbara Floridia, Grazia D’Angelo, Antonella Papiro e di Reggio Calabria Federica Dieni e Giuseppe Auddino del Movimento 5 Stelle.
«Le scritte offensive e dal tono intimidatorio – scrivono i pentastellati in una nota – rinvenute sui muri perimetrali del porto Reggio Calabria e sul cancello di via Candeloro rappresentano un gesto grave che non può lasciarci indifferenti. Sembrerebbe, a tutti gli effetti, un vile tentativo di intimorire il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega. Al momento le forze dell’ordine stanno facendo le dovute indagini. Confidiamo nel loro lavoro, certi che sarà possibile individuare , quanto prima, gli autori di questo ignobile atto. Al Presidente Mega rivolgiamo tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. Siamo convinti che continuerà a lavorare nell’interesse delle realtà portuali promuovendo sviluppo economico e sociale delle nostre terre».
Scritte offensive contro Mario Mega, Franza: «Atto intollerabile»
Solidarietà anche da Pietro Franza, presidente di Sicindustria Messina: «Se qualcuno pensa – afferma – che ancora sia possibile tentare di interloquire, sia possibile esprimere dissenso usando questi sistemi barbari, questo qualcuno è fuori dal tempo e dalla storia. Bene ha fatto il presidente Mega, al quale esprimo per il tramite di Sicindustria, la solidarietà della Messina che lavora e che produce, a denunciare questo intollerabile atto».
«Nella Sicilia e nella Calabria del terzo millennio – ha concluso Franza – non può esserci spazio per questi comportamenti meschini prima che delinquenziali, residui di una subcultura che merita solo di essere sradicata per sempre dalla storia delle nostre comunità».
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