Stamane 13 lavoratori della ditta Master, sostenuti da Fim Cisl, hanno scioperato per il mancato pagamento di quattro mensilità arretrate e per il reintegro di un collega licenziato, a loro dire, ingiustamente.
Adesso, l’azienda Master scrive per chiarire la propria posizione: «Le mensilità effettivamente sospese sono “soltanto” due e, per di più, la società, pur tra mille difficoltà dettate da un profondo stato di crisi, sta contestualmente provvedendo ad ulteriori corresponsioni; non è stata effettuata alcuna assunzione, ove si eccettui l’ordinario supporto di un lavoratore intermittente abitualmente chiamato a supporto, come sempre, in questi pochi mesi estivi di (relativo) maggior lavoro; appare un puro sforzo di “fantasia” del sindacato il patetico e pretestuoso tentativo di derubricare un licenziamento disciplinare, posto in essere per comportamento assolutamente irriguardoso, offensivo ed intollerabile nei confronti dei titolari dell’azienda (che nulla ha quindi a che vedere con la questione degli arretrati), come un atto ritorsivo per una richiesta “di pagamento degli stipendi”».
«Ci esimiamo, invece – conclude − dal rispondere alle affermazioni del sindacato in merito al fatto che l’azienda “si trincera sempre dietro l’alibi della crisi e della mancanza di credito delle banche”. A parte il fatto come tali frasi in libertà possano essere (purtroppo) smentite in ogni sede da copiose evidenze documentali, se non si fosse un contesto di assoluta drammaticità verrebbe, infatti, quasi da dire come si sia ormai davvero sfiorato il risibile».
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