Da oggi, lunedì 17 gennaio, anche le scuole di Messina torneranno ad essere animate dagli studenti. Sul tanto atteso ritorno in presenza, arriva anche l’intervento del sottosegretario all’Istruzione Barbara Floridia che parla di uso strumentale della scuola, in particolare da parte del Sindaco di Messina Cateno De Luca.
«Le scuole – ha scritto la Floridia sul suo profilo social – non si chiudono per paura e comodità. Basta la politica gridata da sceriffi. Ho atteso nel silenzio la prima settimana di scuola. L’inizio poteva anche essere complicato. Ma adesso basta. Che nessuno continui a privare del diritto allo studio i più piccoli, i nostri giovani, tenendo le scuole chiuse mentre tutto il resto è aperto.
Lo chiedo a tutti i sindaci e in particolare al sindaco di Messina città della quale conosco molto bene la popolazione scolastica e le sue necessità, la smetta di fare campagna elettorale sul tema scuola e permetta ai nostri studenti di esercitare al meglio il diritto allo studio».
Scuola in presenza
Ad annunciare il ritorno a scuola in presenza anche a Messina è stato il Sindaco Cateno De Luca, durante la sua occupazione pacifica permanente all’imbarco della Rada San Francesco. «In Sicilia – prosegue il sottosegretario Barbara Floridia – un’ordinanza di Musumeci ha creato lo scompiglio e da troppi giorni c’è confusione. Questa ordinanza, malamente interpretata, viene utilizzata per chiudere le scuole in zona rossa o arancione, indiscriminatamente. E non solo. Le scuole non si devono chiudere, neanche in quelle zone, salvo in caso di focolai o gravi e comprovate situazioni. Non si chiudono per precauzione, per paura, per comodità. Non si chiudono per poi lasciare che il pomeriggio i ragazzi escano per le città a giocare e incontrarsi come nulla fosse
Lo chiedo a tutti i sindaci e in particolare al sindaco di Messina città della quale conosco molto bene la popolazione scolastica e le sue necessità, la smetta di fare campagna elettorale sul tema scuola e permetta ai nostri studenti di esercitare al meglio il diritto allo studio. Ne hanno bisogno loro. Ne abbiamo bisogno noi affinché la nuova generazione possa un giorno, con le parole imparate a scuola, combattere l’ignoranza che dilaga e indebolisce la nostra democrazia, superare le paure che fanno prendere decisioni d’istinto e non di conoscenza e riconoscere le falsità che certa politica diffonde. È gravissimo il danno che stiamo procurando a questa generazione. Non esisteranno ristori per loro. Ci sono ragazzi che vivono in alcuni quartieri delle città che solo a scuola trovano un ambiente sicuro dove crescere e trascorrere la giornata. Basta la politica gridata da sceriffi. Ci vuole un bagno di umiltà e coraggio. Nonostante tutte le difficoltà di questa pandemia, abbiate la forza di fare la cosa più giusta. Non più facile. Non più popolare. Più giusta. E sappiamo tutti qual è. Spalancate le porte delle nostre scuole. La scuola è presidio di educazione alla legalità di cui abbiamo un cocente bisogno. Ragazzi, desiderate la scuola in presenza. Sarà la vostra ancora di salvezza in un mondo pieno di sfide e di mediocri».
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