Rischio “doppia emergenza” per le baracche di Messina, Alagna commenta la relazione dell’ASP

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Quali sono i rischi oggi, ai tempi del covid, per gli abitanti delle baracche di Messina, quali le soluzioni e quali gli interventi già adottati dall’ASP di Messina in caso di contagio: il direttore generale dell’ASP, Bernardo Alagna, chiarisce ulteriormente le problematiche evidenziate dalla relazione, firmata nei giorni scorsi, sulle condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano a vivere gli abitanti delle baraccopoli della città dello Stretto.

“Problematiche ambientali”, “ambienti abitativi malsani”, “grave rischio per la salute e l’incolumità degli occupanti”, queste le espressioni utilizzate all’interno della relazione dell’ASP di Messina redatta a seguito di una serie di sopralluoghi effettuati nell’agosto del 2018. Oggi, le condizioni delle baracche cittadine tornano prepotentemente sotto i riflettori a causa del coronavirus, una doppia emergenza che, se non monitorata, rischia di avere serie conseguenze. Tra gli abitanti delle baraccopoli visitate dall’Azienda Sanitaria Provinciale, sono presenti anche un centinaio di persone affette da patologie gravi, e quindi a maggior rischio se dovessero contrarre il coronavirus. Casi di covid-19 tra i residenti delle zone degradate della città ci sono stati: «I focolai ci sono stati – ha ricordato Alagna – e sono stati ben controllati. Le persone sono state trasferite per il periodo di isolamento nei covid hotel. Questo però ha creato in loro un’ulteriore situazione di disagio, che si è aggiunta a quello fisico».

All’indomani della pubblicazione della relazione, abbiamo interpellato il suo firmatario, il direttore generale facente funzioni dell’ASP di Messina, Bernardo Alagna, che ha sottolineato la necessità di dare al più presto nuovi alloggi alle persone che oggi vivono nelle baracche.

 

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