In arrivo circa 4 milioni di euro per il risanamento di Messina. La Regione Siciliana, infatti, ha emesso sei decreti di finanziamento per l’acquisto di alloggi e la demolizione delle baracche disabitate. I fondi arrivano dall’Assessorato Regionale alle Infrastrutture Servizio 5 – Piano Nazionale Edilizia Abitativa.
In particolare, si legge in una nota del Comune di Messina, sono previsti 1.951.236,67 euro per l’acquisto di 12 alloggi della Provincia, 2.667,802 euro per ulteriori 30 alloggi, e, infine, 2milioni e 300mila euro per le demolizioni. A commentare, l’assessore ai Lavori Pubblici e al Risanamento, Salvatore Mondello.
«Queste nuove somme – dichiara – rappresentano un determinante passo avanti nella delicata quanto impegnativa procedura di eliminazione delle “baracche”, che l’Amministrazione Comunale sta portando avanti con forza e incisività, dirimendo questioni ataviche irrisolte e costruendo un percorso virtuoso, fatto di condivisioni quotidiane e sinergie. È infatti un lavoro di regia costante, quello che con il sindaco Cateno De Luca e con A.ris.Mé portiamo avanti ogni giorno, individuando risorse, progetti e idee per comporre questo gigantesco e complesso puzzle che è il risanamento».
«Siamo molto soddisfatti dei progressi compiuti – prosegue –, in quanto hanno dato ristoro non solo alle famiglie che possono finalmente contare su una abitazione dignitosa, ma anche più in generale per la città, che giorno dopo giorno può vedere sparire tuguri e degrado, nonché potere sperare in un futuro prossimo del tutto diverso, fatto di riqualificazione e di decoro urbano. Questo nuovo importante risultato ci sprona ulteriormente ad andare avanti, perché siamo consapevoli che la strada è ancora in salita, ma tanto è stato fatto e tanto ancora abbiamo in cantiere».
«Continueremo a lavorare tutti insieme – conclude –, fino a quando non avremo cancellato questa vergognosa pagina di storia, che Messina non merita, restituendo quella dignità propria di una città moderna e competitiva che guarda al domani con fiducia e senza rassegnazione».
(396)