MessinAccomuna risponde con una nota alla questione dei rimborsi per i chilometri percorsi dai mezzi pubblici chiesti da Cateno De Luca alla Regione, ricordando l’operato dell’Amministrazione Accorinti.
«A ciascuno il suo. Ad Accorinti e all’ATM di Foti il merito di aver condotto una battaglia di giustizia che attesta la salute finanziaria strutturale della “vecchia” azienda speciale, a De Luca il riconoscimento della capacità di prendersi ogni merito.
Era il 2016 quando, dopo alcuni tira e molla di negoziazione col governo Crocetta, l’amministrazione passava alle vie di fatto per rivendicare il giusto compenso per i chilometri percorsi dai mezzi pubblici. Scandalosamente, infatti, a Messina la Regione riconosceva un contributo chilometrico inferiore rispetto a Catania e Palermo. Con quei soldi (dovuti), con la revisione del piano di riequilibrio del Comune e con una sana gestione della massa debitoria l’azienda sarebbe stata totalmente risanata. Rinascita del servizio di trasporto pubblico e assorbimento dei debiti remoti con un’azienda sana: questo l’obiettivo di Accorinti alla luce dei fatti giusto, quanto sprecato.
De Luca, appena insediato, anziché sostenere questa causa mostrò subito un diverso atteggiamento: fu chiesto alla Regione la “liquidazione coatta amministrativa” di ATM, senza ricevere risposta. De Luca e Campagna sostennero davanti ai sindacati, al Consiglio Comunale e alla città che quei soldi non sarebbero mai arrivati.
Ieri, proprio il Sindaco ha spiegato che a ben due anni e mezzo dalle sentenze, si sta formulando un emendamento alla legge finanziaria regionale per chiedere 6 milioni in più per ATM.
Ovviamente senza chiedere scusa, senza una parola sul lavoro fatto dai predecessori. Anzi, vantando a sé un merito di altri e domandando: “mi chiedo e vi chiedo chi c’era prima cosa ha fatto?”
Semplice: ha risuscitato il servizio di trasporto pubblico (nel 2013 circolavano 14-15 autobus al giorno e 4 vetture del tram in tutta la città, nel 2018 i bus erano oltre 80, le vetture del tram 7 ed erano stati ordinati i bus elettrici; in totale si arrivava a una dotazione di circa 100 mezzi), ha fatto valere i diritti della città rivendicando i contributi dovuti che oggi vengono sbandierati come meriti propri, ha ricostruito con questi atti la solidità finanziaria dell’azienda, ha lasciato in eredità una realtà avanzata di trasporto che univa le periferie al centro in maniera efficiente e apprezzatissima. Chi c’è adesso ha stravolto il sistema del trasporto pubblico locale, ha mortificato le professionalità dell’azienda, ha licenziato i lavoratori interinali dichiarando illegittima la loro assunzione salvo procedere a nuove assunzioni interinali, infine ha posto in liquidazione la società.
Appropriarsi di meriti non suoi è una disciplina in cui De Luca eccelle. Ma i fatti sono fatti, le sentenze sono sentenze e quanto detto due anni e mezzo fa è scritto nero su bianco.
C’è solo da sperare che si riesca a ottenere i 6 milioni riconosciuti in sede giudiziaria, per il Bene della città e dei Suoi abitanti».
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