Ammettiamolo, ormai siamo tutti dipendenti dalle serie tv, non facciamo in tempo a finirne una che ne iniziamo un’altra, lasciandocene dietro troppe ancora da cominciare. Ma, visto che fino al 3 aprile dovremo tutti restare a casa per limitare il diffondersi del coronavirus in Italia, abbiamo pensato di suggerirvi qualche titolo, 10 serie tv da non perdere, di cui qualcuna meno conosciuta, da recuperare nelle prossime settimane.
Prima di cominciare, l’avvertimento è d’obbligo. Si è scelto di fare una selezione privilegiando titoli meno conosciuti rispetto a grandi successi come Lost, Breaking Bad, Doctor Who o Mad Men che, bene o male, abbiamo visto tutti, e qualche “perla” del passato che può essere sfuggita alle generazioni più giovani e che non può mancare dal catalogo delle serie tv viste.
Restiamo a casa: le 10 serie tv da non perdere
Ma vediamo, tra cult e novità, quali sono le 10 serie tv da non perdere che potete recuperare nelle prossime settimane.
I Soprano
Come per ogni cosa, si deve partire dai fondamentali, dalle basi. E “le basi” quando si parla di serie tv sono I Soprano. Se oggi abbiamo prodotti come Mad Men, Breaking Bad o anche Bojack Horseman, è solo perché in un giorno di fine anni ’90 un uomo di nome David Chase ha deciso di raccontare la vita di un mafioso italoamericano del New Jersey, conferendo a un prodotto “pop” la profondità e lo spessore della letteratura.
Tony Soprano è un mafioso, vive in una lussuosa villa con una piscina abitata da anatre selvatiche, ha due figli e una moglie che ama, come copertura lavora nello smaltimento dei rifiuti. La serie si apre con il protagonista seduto nello studio di una psicoterapeuta a cui si è rivolto dopo aver avuto un attacco di panico. Da lì inizia l’esplorazione della vita interiore e quotidiana di Tony Soprano, tra le beghe familiari e quelle, per così dire, lavorative.
Numero di stagioni: 6
Stato: conclusa
Bojack Horseman
L’abbiamo citata parlando de I Soprano, quindi tanto vale non indugiare oltre. Mentre migliaia di fan in tutto il mondo piangono la conclusione di una delle loro serie tv preferite c’è ancora chi non ha visto Bojack Horseman. L’occasione per rimediare adesso c’è.
Bojack Horseman è un cartone animato che ha come protagonista un ex attore di Hollywoo (no, non è un refuso) depresso, narcisista e alcolizzato, caduto in un vortice autodistruttivo da cui non sembra in grado di uscire. Pesante? Sì, e no. Perché sebbene i temi trattati, dalla malattia mentale alla dipendenza, al sempre più fagocitante mondo dei media, siano – oggettivamente – pesanti, questi vengono qui affrontati con un’ironia spietata e di altissimo livello che prima ti strappa una risata incontenibile e poi ti impone di fermarti a riflettere. Il tocco di originalità è dato, inutile dirlo, dalla scelta di rendere il tutto attraverso un cartone animato che ha come protagonisti animali antropomorfizzati.
Tra dialoghi svelti, dissacranti e colmi di humor nero, Bojack Horseman è una serie tv da non perdere che spiazza per la sua capacità di raccontare in maniera semplice e diretta temi complessi e per l’abilità degli autori di stupire stagione dopo stagione rendendo sempre nuovo un prodotto che già si presenta originalissimo dalla prima puntata.
Stagioni: 6
Stato: conclusa
Parks and Recreation
Dopo due serie tv ad alto impatto emotivo è arrivato il momento di prendersi una pausa e di farsi una risata. Nata come costola di The Office (che consigliamo, di straforo, “barando” sul numero di serie tv di questa lista), Parks and Recreation è una comedy già trasmessa in Italia ma passata forse un po’ in sordina rispetto a prodotti più “patinati”.
Il format, come per il “fratello maggiore” The Office, è quello del mockumentary, vale a dire del falso documentario. I protagonisti di Parks and Recreation, per lo più impiegati del dipartimento Parchi e Tempo Libero di una fittizia e problematica cittadina dell’Indiana, Pawnee, si raccontano alla telecamera tra una scena e l’altra, commentando quanto appena mostrato sullo schermo. Protagonista – anche se in realtà si tratta di una serie corale – è Leslie Knope, funzionaria del Dipartimento con un cuore d’oro, uno spiccato senso civico e l’aspirazione di arrivare, un giorno, alla Casa Bianca. Purtroppo Pawnee è una cittadina tutt’altro che perfetta e Leslie e i suoi colleghi, personaggi decisamente fuori dal comune, si trovano spesso a fare i conti con una burocrazia ingessata e politici poco attenti al bene della città.
Tra dialoghi brillanti e situazioni surreali, Parks and Recreation è una serie tv da non perdere, divertente e imprevedibile. In poche parole, va vista. Prima o dopo “The Office”, decidete voi.
Stagioni: 7
Stato: conclusa
The Newsroom
Quando si parla di dialoghi e serie tv il primo nome che viene in mente è Aaron Sorkin, autore di quel capolavoro che è The West Wing, ispiratore di Suits, ed inventore del walk and talk, quella tecnica di sceneggiatura che dà dinamicità a scene interamente dialogate attraverso una doppia azione, appunto quello del camminare e del parlare (rigorosamente a macchinetta). Purtroppo The West Wing è stato trasmesso in Italia solo una volta, su rete 4 e in maniera intermittente, diversi anni fa, ma Aaron Sorkin, recentemente, ha creato un vero e proprio gioiello televisivo: The Newsroom.
The Newsroom riprende fatti realmente accaduti e riportati dalla cronaca americana (dal terremoto del 2011 in Giappone, alle proteste di Occupy Wall Street, alla campagna per le elezioni del 2012) e racconta il modo in cui un canale di news riporta le notizie, dal reperimento delle fonti, ai dilemmi etici, alla corsa agli ascolti.
Lungi dall’essere solo uno show per addetti ai lavori (ma se si è interessati al tema, resta una serie tv da non perdere), The Newsroom intreccia alla cronaca le vicende personali di giornalisti e produttori, tra giovani alle prime armi e anchorman repubblicani navigati e dal pessimo carattere circondati da una redazione di progressisti. Se il punto forte dell’ultima creatura di Sorkin sono inevitabilmente i dialoghi – veloci, brillanti, divertenti – i caratteri dei protagonisti sono indagati e resi nel dettaglio, tra nevrosi, brutte abitudini e aspirazioni.
Stagioni: 3
Stato: conclusa
Peaky Blinders
Dall’attualità alla storia, dalla cronaca degli anni 2000 alle vicende di una famiglia di gangster nell’Inghilterra di inizio ‘900, la prossima serie consigliata è Peaky Blinders. Tra musica rock, un’ottima fotografia, una altrettanto attenta regia, e momenti degni dei migliori film western, la BBC ha creato una serie ad alta tensione, ricca di colpi di scena e personaggi iconici, ambientata tra le strade polverose di Birmingham all’indomani della I Guerra Mondiale.
Tornato dal fronte, disilluso e profondamente cambiato, Tommy Shelby si ritrova a capo dei Peaky Blinders, una banda criminale il cui nome deriva dall’abitudine dei suoi membri di portare nella piega del cappello una lametta affilata, che si occupa prevalentemente di gestire scommesse clandestine, ma non solo. La narrazione ruota attorno alla famiglia Shelby senza tralasciare la politica, il fermento degli anni tra le due guerre, i contrasti con le altre bande criminali per il predominio sul territorio. Insomma, si tratta di una serie tv da non perdere, soprattutto per gli amanti di Martin Scorserse.
Stagioni: 5
Stato: in corso
The man in the high castle
Dopo una serie ad ambientazione storica è giunto il momento di una serie di fantascienza. O per meglio dire, volendo essere puntigliosi, di una “ucronia”, ovvero una narrazione che immagina cosa sarebbe successo se determinati eventi della storia fossero andati diversamente. Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale? Be’, Philip K. Dick sì, nel 1962 ci ha scritto un libro (che doveva essere una serie, ma che non è mai riuscito a terminare) che nel 2015 Frank Spotnitz ha ripreso, portando avanti gli spunti del visionario romanzo di fantascienza e trasformandolo in una serie tv di ottimo livello.
In The man in the high castle (in italiano “L’uomo nell’alto castello”) i nazisti hanno vinto la Seconda Guerra mondiale e si sono spartiti il mondo con il Giappone. Gli Stati Uniti sono a tutti gli effetti una dittatura, gli ebrei sono perseguitati, e gli ammalati vengono letteralmente eliminati. Ma pur nella repressione del regime, iniziano a circolare dei filmati misteriosi che mostrano un mondo diverso, in cui gli alleati hanno vinto la guerra, un mondo fondato su democrazia e diritti civili. Attorno a questo piccolo spiraglio si forma un’agguerrita resistenza che cercherà di rovesciare le sorti dell’umanità.
Stagioni: 4
Stato: conclusa
Glow
Acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling, Glow era un programma andato in onda (veramente) negli Stati Uniti tra gli anni ’80 e i primi anni ’90 per promuovere il wrestling femminile. Nel 2017 Netflix lo ha trasformato in una serie tv che racconta le disavventure di un regista di B-Movie dal pessimo carattere, un’attrice squattrinata e senza speranze, una ex star delle soap opera, e tanti altri personaggi in cerca di un posto nel mondo.
Femminista, politicamente scorretta e coloratissima la serie tv Glow racconta le lotte, le aspirazioni e le difficoltà delle protagoniste che si scontrano con un mondo comandato e fatto dagli uomini, in cui il loro posto appare già prestabilito. Ma, preso il coraggio a due mani, le donne di Glow si lanciano in un’impresa impossibile, riuscendo e fallendo, senza mai mollare.
Stagioni: 3
Stato: in corso
Jane the Virgin
Jane Gloriana Villanueva ha 23 anni, sogna di fare la scrittrice come Isabelle Allende, è fidanzata e innamorata e non crede nel sesso prima del matrimonio. Un giorno si presenta a un controllo ginecologico di routine ma una dottoressa con più di qualche rotella fuori posto scambia la sua cartella con quella di un’altra e la sottopone a un’inseminazione artificiale. Così, just like a telenovela (proprio come in una telenovela), Jane si ritrova incinta, per di più del suo affascinante capo.
Il quadro è perfetto, la soap opera è servita. Peccato che Jane the Virgin, in realtà, sia qualcosa di molto più sofisticato e sorprendente. È una feroce presa in giro delle telenovele e dei loro cliché, ma anche dei cliché televisivi e cinematografici in generale, è una storia al femminile frizzante e originale che racconta il mondo visto dagli occhi di quattro donne diversissime tra loro per età, caratteri e status economico. È un gioiello nascosto della serialità televisiva statunitense, ampiamente sottovalutato, che andrebbe riscoperto e capito per trarne più di una lezione, ma anche per ridere, commuoversi, arrabbiarsi e, perché no, riappacificarsi con il mondo.
Stagioni: 5
Status: conclusa
Person of interest
Scritta da Jonathan Nolan (l’altro Nolan, quello di Westworld, fratello del regista Christopher Nolan) e prodotta dalla Bad Robot, casa produttrice di Lost, Alias e Fringe, Person of Interest è una serie tv di fantascienza passata in sordina diversi anni fa che condivide con le serie “sorelle” la capacità di vedere avanti e di creare personaggi a cui è impossibile non affezionarsi.
Harold Finch crea una macchina che (detta in soldoni) prevede i crimini prima che avvengano, un po’ come in Minority Report ma in maniera leggermente diversa, individuando almeno una delle persone che ne saranno coinvolte. La macchina viene usata dal governo per prevenire attentati e crimini di rilevanza nazionale, lasciando però fuori le vittime “minori” considerate, nel quadro generale, meno importanti. Tormentato dai rimorsi per tutte le vite che non è riuscito a salvare, Finch abbandona tutto, si mette in proprio, ingaggia un ex agente della CIA e decide di rimediare.
Sebbene, soprattutto all’inizio, la serie risenta (ma solo leggermente) della struttura “a singoli episodi” e di una trama orizzontale poco sviluppata, già dalla seconda stagione le cose cambiano, la serie si fa più avvincente e si comincia a delineare un disegno più chiaro. Ma il vero punto di forza di Person of Interest sono i personaggi, a 360 gradi, concreti, colmi di sfumature, sempre alle prese con i dilemmi etici che le nuove tecnologie sempre più pervasive ci mettono davanti ogni giorno. D’altronde, ci vorrà davvero poco per scoprire che la Macchina che Finch ha creato, capace di vedere e decidere i destini dell’umanità, è un’arma a doppio taglio, un golem pronto a sfuggire al controllo.
Stagioni: 5
Stato: conclusa
Brooklyn nine-nine
Concludiamo questa rassegna delle 10 serie tv da non perdere con una delle comedy più divertenti degli ultimi anni, adatta a chi ha bisogno di staccare la spina e farsi quattro sane risate: Brooklyn Nine-Nine è l’opzione giusta per alleggerire la tensione.
Brooklyn nine-nine racconta le avventure di un gruppo di poliziotti del 99esimo distretto del New York Police Department tra luoghi comuni sul lavoro d’ufficio, inseguimenti, intuizioni dell’ultimo minuto e tanta ironia. È a questa serie che si deve la scena che vedrete più sotto.
Stagioni: 8
Stato: in corso
https://www.youtube.com/watch?v=aLbV7PtKWEE
(+1) Serie Tv a tema
Per chi volesse esorcizzare le ansie di questi giorni con qualche serie tv a tema, la scelta c’è. Tra le tante opzioni si ricordano The Strain, su un’epidemia scoppiata a bordo di un aereo e legata al mondo dei vampiri; 12 Monkeys, su un uomo che torna indietro nel tempo per bloccare un’epidemia e che scopre, piano piano, che dietro c’è molto di più; Helix, incentrata su un gruppo di scienziati che viene mandato al Polo Nord per investigare su un focolaio epidemiologico.
(Foto © John-Mark Smith su Pexels)
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Credo che i cult anni 70 ,- 80 restano insuperabili. Amo rivedere Colombo, Stursky ed Hutc, Strega per amore, le serie di Hitchcock, ai confini della realtà, Monk. Un’altra serie anni 80 che mi appassionava era “invaders” , ma non ho mai più avuto il piacere di rintracciarla.